mercoledì 1 Febbraio, 2023
di Margherita Montanari
Il progetto di filiera vale 60 milioni di euro e coinvolge sette Paesi europei, impegnati da oggi nel compito di integrare le tecnologie nel settore agroalimentare europeo. A fare da coordinatore, l’istituto di Povo, Fondazione Bruno Kessler, che con le sue competenze nell’ambito dell’intelligenza artificiale e della robotica si colloca come apripista per il trasferimento dalla ricerca ad un settore economico che in Italia vale, solo per il volume di export, 60 miliardi. Così «AgrifoodTef», il consorzio trainato dal Trentino, farà da ponte tra ricerca e imprese, coinvolgendo per testare le ultime frontiere tecnologiche applicate all’agricoltura anche il consorzio Melinda, insieme ai suoi 4.000 soci.
L’ufficialità risale a qualche mese fa e ieri è stato il giorno in cui lo schema europeo è stato presentato. Il lavoro pionieristico vuole incidere in un campo, quello agroalimentare, improntato alla tradizione e caratterizzato da poca propensione al rischio. Per portare innovazione nella produzione primaria ma anche nella gestione di allevamenti di bestiame si investirà in intelligenza artificiale applicata, robotica applicata alle macchine agricole, tecnologie per efficientare l’irrigazione e il diserbo, ma anche in telerilevamento, sensori loT, infrastrutture digitali per la validazione di algoritmi di intelligenza artificiale e analisi dei Big Data.
Fbk farà da guida per raccogliere sia aziende innovative in ambito agritech sia per diffondere queste tecnologie facendole testare alle realtà agricole. I bacini delle aziende e sviluppatori coinvolti sono quindi due. Uno raggruppa le realtà che vogliano validare soluzioni innovative e approdare più rapidamente sul mercato. Altre sono le imprese agricole che metteranno alla prova i prodotti tecnologici, testandoli nell’attività di tutti i giorni.
L’orizzonte temporale del progetto è di 5 anni servirà a gestire 60 milioni, messi a disposizione per il 50% dall’Ue e per la restante metà dagli Stati membri, coinvolti (Italia, Germania, Francia, Polonia, Belgio, Svezia e Austria). Il nodo italiano si specializzerà sulla qualità del made in Italy agroalimentare e la tracciabilità della filiera produttiva, promuovendo una produzione di qualità e più sostenibile. Il focus della Germania si incentrerà sullo sviluppo di macchine agricole e la Francia guarderà alla valutazione di conformità dell’intelligenza artificiale. La provincia di Trento, in Val d’Adige e Val di Non sarà uno dei terreni di prova (insieme a quattro località in provincia di Milano e Napoli). In particolare, nell’utilizzo delle tecnologie validate da integrare alla produzione si occuperanno il Consorzio Melinda e La Trentina.
Vigneti e meleti connessi, serre intelligenti e infrastrutture digitali per la gestione delle colture sono oggi solo agli albori della progressione che potrebbero conoscere nei prossimi anni. Ora l’Europa spinge per una diffusione capillare di queste tecnologie.
Anche il mondo della melicoltura guarda con attenzione alle evoluzioni in ambito tecnologico. Sia per la gestione del rischio collegato al cambiamento climatico, sia per la raccolta o il diradamento floreale automatizzati. «In quanto clienti finali, questo processo ci consentirà di verificare le tecnologie mentre lavoriamo», il commento di Luca Lovatti, responsabile ricerca e sviluppo del Consorzio Melinda. Certo è che le soluzioni non possono essere valide per tutti i nostri soci, visto che cambiano le dimensioni delle realtà così come anche l’altitudine a cui lavorano gli agricoltori.
«Da più di 30 anni — spiega Raffaele Giaffreda, coordinatore del progetto selezionato come vincitore dalla Commissione e che partirà ufficialmente domani — la Fondazione Bruno Kessler è uno degli attori di punta a livello internazionale nel settore dell’intelligenza artificiale, mirando a coniugare l’eccellenza scientifica con la capacità di produrre impatto economico e sociale». Fbk ha promosso la costituzione del consorzio AgrifoodTef e ha vinto il bando della Commissione nel 2022. Ma oltre al coordinatore, la squadra italiana raggruppa anche l’Università di Napoli Federico II, il Politecnico di Milano, l’Università di Milano, la Fondazione Edmund Mach. «Grazie alla varietà di Paesi coinvolti e all’eccellenza dei partner — prosegue il ricercatore, che oggi incontrerà gli altri partner nella riunione di inizio — l’enfasi sulle peculiarità nazionali non solo non sarà di ostacolo, ma abiliteranno la capacità del consorzio di servire clienti provenienti da un qualunque paese europeo».
Una sfida per rilanciare un settore ad alto potenziale ma in difficoltà, tra rincari energetici, fatica nel reperire forza lavoro e crisi climatica. Lo dicono anche i registri dell’Apia, che mostrano un progressivo declino della quantità di imprese agricole in Trentino, dove in un anno se ne sono perse circa 150. «Il progetto premia le capacità trentine nella ricerca. In ambito agricolo c’è bisogno di innovazione», il messaggio dell’assessore provinciale allo sviluppo economico e alla ricerca Achille Spinelli.
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