i reperti
venerdì 3 Febbraio, 2023
di Sara Alouani
Gli scavi per il parcheggio sotterraneo in Via Roggia Grande, partiti qualche mese fa, sono stati bloccati repentinamente da un alt da parte della Soprintendenza dei Beni Culturali della Provincia di Trento dopo il rinvenimento di alcuni reperti archeologici che, secondo il dirigente della soprintendenza Franco Marzatico «al momento parrebbe possano risalire all’era imperiale» proprio a pochi passi da piazza Venezia. Si tratterebbe di una struttura muraria, molto probabilmente parte della complessa Tridentum romana del I sec a.C. che regna nel sottosuolo del centro città. «Di particolare rilevanza – si lascia sfuggire Marzatico – è una conduttura in piombo di un diametro abbastanza grosso che, originariamente, alimentava una fontana». Di questa fontana al momento è stata rinvenuta soltanto la base in pietra di circa un metro. Nell’area limitrofa a quella del ritrovamento, proprio tra via Galilei e via Grazioli, ci sarebbe una necropoli ma, spiega il soprintendente, «attualmente non abbiamo elementi precisi, come la presenza di anfore, per certificare una corrispondenza con la nuova scoperta». Per saperne di più bisognerà attendere gli approfondimenti delle indagini effettuate dagli esperti di una ditta esterna che valuteranno in dettaglio la struttura e l’importanza storica del sito archeologico. «Esistono anche alcune tracce molto sfiziose ma sporadiche – spiega Marzatico – di presenza preromana che ci permetteranno di avere un’idea più precisa dell’impianto urbano e delle prime fasi che hanno caratterizzato la nascita della città».
Questo ritrovamento è solo uno dei ricchissimi tesori archeologici di un tempo che l’ufficio beni archeologici di Trento raccoglie annualmente in un corposo volume. «AdA Archeologia delle Alpi» per l’annata 2021-2022 è stato pubblicato recentemente e racchiude in ben 231 pagine aggiornamenti puntuali sulle attività di tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale e archeologici della Provincia.
Una parte importante del libro è dedicata alle ricerche condotte nel capoluogo trentino che regala senza sosta interessanti informazioni sul suo immenso passato.
Tra le ultime scoperte cittadine troviamo, 8 metri sottoterra, testimonianze di epoca romana in via Esterle come un tratto di strada glareata e una porzione di area cimiteriale risalente al IV secolo d.C. A questi vanno aggiunti anche alcuni frammenti di anfore rinvenuti durante gli scavi di Piazza Bellesini e nell’area archeologica di Palazzo Lodron a Trento che sono stati oggetto di meticoloso studio e che evidenziano come la Tridentum romana facesse parte di una «fitta rete commerciale che metteva in comunicazione la penisola italica con il bacino renano-danubiano e con le aree del Mediterraneo orientale e occidentale». Secondo le ricerche riportate all’interno del volume, le anfore sarebbero servite principalmente per «l’approvvigionamento e il trasporto di olio, salse di pesce, vino miele, olive, frutta secca e spezie oltre a olii vegetali, balsami e unguenti».
Un ulteriore importante cantiere che ha dato i suoi frutti imperiali è quello ripreso poco tempo fa presso la villa romana di Isera, in Vallagarina, dove sono stati scoperti nuovi reperti molto significativi che hanno permesso agli esperti di capire la tecnica edilizia utilizzata e la struttura del grande complesso storico, adornato di sale panoramiche e giardino, risalente al I secolo d.C.
Fuori dal centro urbano è bene non dimenticare il nuovo Parco Archeo Natura di Fiavé, emblema dell’archeologia nella nostra Provincia e patrimonio mondiale UNESCO inaugurato nell’estate 2021.
Il Parco e il Museo delle palafitte sulle sponde del lago di Ledro sono un vero e proprio diamante nella natura che offre uno scorcio di storia straordinaria per tutti.
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