La protesta

mercoledì 8 Febbraio, 2023

Apertura delle materne a luglio: 1500 insegnanti in assemblea

di

Gremito l'auditorium del Santa Chiara nell'incontro convocato dalle organizzazioni sindacali. No secco all'estensione del servizio e bocciato anche il disegno di legge Masè sulla riforma per unificare il ciclo 0-6

Il teatro auditorium Santa Chiara non basta. Tutti i posti — 836 — sono occupati, da insegnanti e personale ausiliare della scuola dell’infanzia. L’assemblea, convocata a Trento, si sdoppia all’aula magna dell’Istituto tecnico «Buonarroti». Ma anche lì gli spazi sono stretti. La sala non può accogliere più di 250 persone. La rabbia di altre trecento lavoratrici passa allora nei cortili esterni o via Meet, da un pc o uno smartphone. Una partecipazione che sorprende perfino le organizzazioni sindacali: Cgil, Uil, Cisl e Satos. Da tutto il Trentino, ieri mattina, sono arrivate quasi 1.500 lavoratrici per dire «no» al calendario esteso a luglio e al disegno di legge (ddl) «Masè» sul sistema unico 0-6 anni. Che in un certo senso rappresentano solo la punta dell’iceberg.
Verso lo sciopero
«I nodi che il personale deve sciogliere ogni giorno durante tutto l’arco dell’anno scolastico sono molti altri e per farlo è soggetto a richieste di flessibilità di ogni genere, non contemplate dal contratto né riconosciute economicamente — hanno spiegato i sindacalisti — Solo per citarne alcuni si pensi all’elevato numero di bambini per sezione, alla carenza di organico e personale qualificato per i bambini con Bes».
Una situazione che ieri ha portato la stragrande maggioranza delle lavoratrici a votare a favore di un pacchetto di azioni di protesta «destabilizzanti»: dall’astensione dalle attività organizzative funzionali alla scuola e non riconosciute all’interno del monte ore alla sostituzione di colleghi assenti solo su disposizione scritta, fino al diniego a rispondere al telefono fuori orario di lavoro. Se dalla Provincia non arriveranno segnali di apertura, a marzo, in corrispondenza alla discussione del ddl «Masè in consiglio provinciale, ci sarà uno sciopero unitario. Una strada condiviso appunto da quasi 1.500 lavoratrici, cioè poco meno della metà del personale delle scuole infanzia tra insegnanti e ausiliari (complessivamente sono circa 3.300, di cui 2.300 docenti).