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venerdì 10 Febbraio, 2023

Oltre 20mila morti tra Turchia e Siria e danni fino a 4 miliardi. Erdogan: «Nessuno resterà senza alloggio»

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Continua a salire il numero delle vittime del terremoto che ha colpito due Pesi nella notte tra domenica e lunedì' scorsi. Il tempo stringe e le temperature gelide non aiutano ma i soccorritori non perdono la speranza. Un bimbo di due anni è stato salvato tra le macerie

Continua a salire in modo vertiginoso il bilancio dei morti del catastrofico sisma che ha colpito Turchia e Siria. Ieri in serata sono state superate le 20mila vittime accertate. I decessi ufficiali in Turchia sono 17.134 quelli in Siria 3.317. Il totale accertato è di 20.451 morti.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, parlando dalle zone terremotate dal sud della Turchia, ha affermato che i turchi feriti sono oltre 66mila. Il terremoto, secondo il leader di Ankara, può essere descritto come il «disastro del secolo» e ha causato «grandi distruzioni in 10 province» turche. «I nostri cittadini avranno rapidamente le loro case. Nessun cittadino rimarrà senza riparo o alloggio. Risolveremo anche questo», ha promesso. Secondo l’agenzia di rating Fitch le perdite economiche provocate dai terremoti supereranno quasi certamente i 2 miliardi di dollari e potrebbero arrivare a 4 miliardi.
Si continua a scavare tra le macerie alla ricerca non solo di cadaveri ma anche di possibili sopravvissuti. Ieri un bambino di 2 anni è stato estratto vivo da sotto le macerie ad Hatay, in Turchia, dopo 79 ore. Le squadre di soccorso hanno sentito un lamento e hanno creato un corridoio tra le mura di cemento crollate per salvare il piccolo che è stato subito trasportato in ospedale. Tra le migliaia di dispersi ci sono anche l’imprenditore veneto Angelo Zen e di una famiglia di origine siriana con cittadinanza italiana, tre maggiorenni e tre minorenni, di cui non si hanno più notizie.
E sono quasi 11 milioni le persone colpite dal terremoto in Siria, secondo quanto affermato da un alto funzionario delle Nazioni Unite alla Cnn. Le nuove nevicate hanno aggravato la crisi umanitaria già in corso. Nella sola antica città di Aleppo, si ritiene che 100.000 persone siano senzatetto, di cui 30.000 attualmente ospitate in scuole e moschee. «Quelli sono i fortunati», ha detto il funzionario, i restanti 70.000 «hanno la neve, hanno freddo e vivono in una situazione terribile». Ieri i primi convogli di aiuti dell’Onu hanno raggiunto le zone terremotate della Siria ribelli, ovvero non sotto il controllo del governo di Assad. I camion hanno potuto attraversare il valico di Bab al-Hawa, che era stato chiuso a causa dei danni provocati dal sisma. «In Siria centinaia di edifici sono stati danneggiati o distrutti e centinaia di famiglie sono ancora intrappolate. Migliaia di bambini e famiglie sono ancora a rischio. I nostri colleghi sul campo ci riportano un senso di panico, soprattutto per i bambini», afferma Andrea Iacomini, portavoce dell’Unicef Italia.