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lunedì 13 Febbraio, 2023

Mosca risponde a Zelenski: «Bloccate le armi straniere»

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La Russia rivendica i risultati degli ultimi raid ed è pronta a negoziare «senza precondizioni»

La Russia ha perso 136.880 soldati in Ucraina dal 24 febbraio, cioè dall’inizio della guerra. Questo quanto riporta il ‘The Kyiv independent’, citando lo Stato Maggiore ucraino. Secondo quanto riferito la Russia ha perso anche 295 caccia, 286 elicotteri, 18 navi, 1.997 droni. Inoltre si aggiungono anche 3.267 carri armati, 6.474 veicoli corazzati da combattimento, 2.270 sistemi di artiglieria, 234 sistemi di difesa aerea. Cifre a cui Mosca ha risposto rivendicando i risultati ottenuti con il massiccio attacco di venerdì. «Le forze armate della Federazione Russa hanno sferrato un massiccio attacco alle strutture energetiche critiche che assicurano il funzionamento delle imprese dell’industria della difesa e del sistema di trasporto dell’Ucraina», ha annunciato ai giornalisti il rappresentante ufficiale del ministero della Difesa russo, il tenente generale Igor Konashenkov, come riportato dalla Tass. «Tutte le strutture designate sono state colpite. Il lavoro delle industrie ad alta intensità energetica del complesso militare-industriale è stato interrotto. Anche il trasferimento di armi, munizioni e riserve straniere verso le aree di combattimento su rotaia è stato bloccato», ha sottolineato. La compagnia energetica ucraina Ukrenergo su Telegram ha però riferito che la situazione dell’energia nel paese rimane difficile ma è sotto controllo.
Sul fronte diplomatico, è circolata una proposta di risoluzione per l’adozione da parte dell’Assemblea Generale Onu. La risoluzione sottolinea la necessità di una pace che garantisca la «sovranità, l’indipendenza, l’unità e l’integrità territoriale dell’Ucraina». La bozza, ottenuta da Associated Press, è intitolata ‘Principi alla base di una pace globale, giusta e duratura in Ucraina’. La risoluzione proposta è più ampia e meno dettagliata del piano di pace in 10 punti che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato al vertice di novembre del G20. Si tratta di una mossa decisa dall’Ucraina e dai suoi sostenitori per cercare di ottenere il massimo sostegno quando verrà messa ai voti, hanno dichiarato i diplomatici Onu, parlando a condizione di anonimato.
La Russia si è dichiarata pronta per i negoziati, ma «senza precondizioni, sulla base della realtà esistente», secondo quanto ha affermato il viceministro degli Esteri russo Sergei Vershinin in un’intervista al canale televisivo Zvezda, rilanciata dall’agenzia Tass. Vershinin ha parlato di «negoziati senza precondizioni, negoziati basati sulla realtà esistente, negoziati che tengano conto di quegli obiettivi, che sono stati annunciati pubblicamente da noi». Su Twitter ha replicato il consigliere presidenziale ucraino, Mykhailo Podolyak secondo cui le parole su negoziati senza precondizioni «sono un‘altra prova del fatto che i negoziati sono fuori discussione».