La sentenza

venerdì 17 Febbraio, 2023

«Benno Neumair capace di intendere e volere»

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Pubblicate le motivazioni della Corte d'assise che lo scorso 19 novembre aveva condannato il bolzanino all'ergastolo

«Benno Neumair, quando uccise entrambi i genitori ha agito in piena capacità di intendere e di volere». Chiare e lampanti le motivazioni rese pubbliche dalla Corte d’assise che lo scorso 19 novembre aveva condannato il bolzanino all’ergastolo. La nota diramata in mattinata entra nel merito dei singoli omicidi e chiarisce quelle che sono state le motivazioni che hanno portato alla condanna.

«La Corte, quanto al primo omicidio, ossia quello di Peter Neumair, si è discostata dagli esiti della perizia, e quindi affermando la piena capacità di intendere e di volere. Quanto al secondo omicidio, ossia quello di Laura Perselli, la Corte ha invece condiviso le conclusioni peritali che indicavano una piena capacità dell’imputato. Il disturbo di personalità non ha inciso sulla capacità di intendere e di volere».

Pochi i dubbi. Secondo la Corte Neumair non era in preda ad alcun disturbo mentale, ma, invece in piena coscienza di se stesso. Ossia, era ben conscio che le proprie azioni stavano portando alla morte dei propri genitori.

«La Corte ha ricostruito sulla base dell’ampio materiale probatorio raccolto, i fatti del giorno dell’omicidio e di quelli successivi, analizzando tutte le testimonianze ed i risultati delle indagini scientifiche di ogni tipo. Questo esame – informa il Tribunale di Bolzano in una nota – ha portato ad affermare oltre ogni ragionevole dubbio la commissione dei reati contestati da parte dell’imputato. Rispetto al secondo omicidio la Corte ha poi ritenuto sussistente l’aggravante della premeditazione in ragione delle modalità di commissione che si sono sostanziate in un vero e proprio agguato.

Differentemente, in merito alle circostanze attenuanti generiche la Corte d’assise non ha ravvisato elementi che ne provassero la sussistenza. La stessa confessione di Neumair, inoltre, è stata ritenuta neutra e, soprattutto, «intervenuta in un momento in cui il materiale probatorio raccolto era assolutamente sufficiente ad affermare la colpevolezza dell’imputato»