L'intervista

sabato 18 Febbraio, 2023

Valsugana, aumentano le truffe. Il capitano Carugno: «Liti in famiglia e incidenti, molti interventi»

di

I malviventi ingannano non solo gli anziani. Individuato il 65% dei responsabili Iniziative nelle scuole contro le dipendenze

Il Capitano Alfredo Carugno sovrintende la Compagnia Carabinieri di Borgo Valsugana da cui dipendono 10 stazioni a copertura sicurezza di 30 comuni dell’intero territorio della Valsugana. Laureato in Giurisprudenza, 46 anni, ha iniziato la sua carriera a Secondigliano (Napoli) nel Reggimento Carabinieri Campania. Successivamente è stato al comando del Nucleo Operativo e Radiomobile in Calabria e a Bari presso la Compagnia di intervento operativo del Reggimento Puglia. Nel 2019 approda al comando della Compagnia Carabinieri di Borgo Valsugana. Un’esperienza professionale notevole in aree urbane popolose, che ora mette a disposizione nel territorio della Valsugana.
Capitano, ci sono differenze territoriali sostanziali tra le sue precedenti esperienze e quelle attuali?
«In primis in Trentino bisogna conoscere bene le leggi provinciali e quindi documentarsi in merito. Per quanto concerne i reati, con piccoli centri urbani e una popolazione esigua, quelli predatori sono sicuramente inferiori rispetto ad altri territori italiani e pochissime sono le rapine. Si riscontra un maggior numero di reati nell’Alta Valsugana rispetto alla Bassa, ma anche qui la differenza è data dalla maggiore condensazione di popolazione. Gli interventi si concentrano maggiormente su liti in famiglia e incidenti stradali sulla statale».
Quanto incidono le truffe agli anziani?
«Il dato è crescente in tutto l’ambito provinciale e anche la Valsugana non ne è stata indenne. Nel biennio 2021-2023 il totale delle truffe denunciate è di poco più di 300 con 175 persone denunciate a piede libero, di cui il 65% è stato scoperto. Ovviamente, nel dato sono raggruppate tutte le tipologie di truffe e quelle agli anziani sono una minima parte, corrispondente al 10%. Tuttavia, le truffe agli anziani rientrano ancora tra i delitti che incidono maggiormente sul senso di sicurezza dei cittadini perché li fa sentire in pericolo anche all’interno delle mura domestiche. E per tale motivo, sono fondamentali prevenzione e informazione».
Cosa è stato fatto in tal senso?
«Con un accordo tra l’Arcivescovo di Trento, Monsignor Lauro Tisi, e il Comandante provinciale, colonnello Ederle, è stata avviata una articolata attività di prevenzione, partendo da una serie di incontri nei circoli ricreativi gestiti o riconducibili alla Curia e presso altri centri di aggregazione sociale. Il riscontro è stato molto positivo, sia per il numero dei partecipanti che per l’interesse dimostrato: su 18 incontri che hanno toccato gran parte dei Comuni della giurisdizione, c’è stata una partecipazione di circa mille persone».
Potrebbe descrivere il profilo del truffatore?
«È molto vario; possono essere uomini o donne, presentarsi da soli o in coppia, simulare di essere lavoratori, volontari di associazioni non profit. Spesso fingono di essere mandati da un parente o da un conoscente, oppure si presentano alla porta di casa in tuta da lavoro, fingendosi dipendenti di un’azienda di servizi, simulando un controllo del contatore o della linea telefonica, oppure per strada fermano la vittima di turno offrendosi di accompagnarla all’ufficio postale o in banca con l’unico intento di reperire informazioni. Negli incontri svolti sul territorio sono state descritte le tipologie di truffa più frequenti e sono stati dati consigli per evitare di restare vittime di malintenzionati, che generalmente sono eleganti, cordiali e rassicuranti ma, soprattutto, parlano molto per confondere le vittime. La più classica è la chiamata di sedicenti avvocati che chiedono urgentemente denaro per un familiare in difficoltà: un incaricato andrà dalla vittima a prelevarlo, magari disposto ad accompagnare la vittima al bancomat. Non pagare in nessun caso».
Per i giovani invece, cosa fa l’Arma?
«Con il progetto Cultura della Legalità e lavoro abbiamo realizzato incontri formativi in Istituti scolastici di Levico, Pergine, Grigno e Borgo per studenti della fascia 15-18 anni sui temi dell’alcool e stupefacenti. Anche qui il riscontro è stato positivo».
Capitano, altro tema dolente è la violenza di genere. C’è molto sommerso?
«È un tema che ci sta molto a cuore e su cui non abbassiamo mai la guardia. Proprio stamattina (ieri, ndr) la Compagnia di Borgo Valsugana ha proceduto ad eseguire due arresti domiciliari e una detenzione in carcere su ordine del G.I.P. di Trento. I dati del biennio 2020-21 riportano 18 episodi denunciati con altrettante persone deferite, un arresto in flagranza di reato e 5 provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare. I dati 2022-febbraio 2023 risultano in aumento, in quanto ci sono 20 episodi, con 2 arresti in flagranza e 4 provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare. Durante il lockdown eravamo in allerta, prevedendo un aumento della violenza, ma i casi sono esplosi invece alla fine dell’isolamento».
Che messaggio vuole rivolgere ai cittadini?
«Il nostro obiettivo è di intensificare la prevenzione, tenere alta la guardia con un buon numero di pattuglie sul territorio, sia in divisa che in abiti civili. A tal proposito ci tengo a ringraziare tutto il personale e nuclei operativi delle stazioni territoriali, che tutti giorni si adoperano in maniera eccellente per garantire la sicurezza dei cittadini».