la ricerca
mercoledì 22 Febbraio, 2023
di Redazione
L’ape mellifera è vettore dell’impollinazione ma anche cibo del futuro, potenziale portatore di malattie per il grande pubblico e modello per la ricerca scientifica.
Un articolo sulla rivista scientifica Plos Biology presenta «L’imenottero mostra infatti comportamenti sorprendentemente complessi, in particolare per quel che riguarda la capacità di orientamento, la comunicazione, l’apprendimento e la memoria – spiega Albrecht Haase, professore di neurofisica all’Università di Trento -. Abbiamo modificato il codice genetico delle api mellifere per far produrre alle loro cellule cerebrali una proteina fluorescente, una sorta di sensore che ci permette di monitorare le aree che si attivano in risposta agli stimoli ambientali. L’intensità della luce emessa varia in base all’attività neurale». La ricerca è partita dall’inoculazione di una specifica sequenza genetica in oltre 4mila uova di ape. Il processo di allevamento, test e selezione ha poi permesso di ottenere sette regine portatrici del gene-sensore. Quando si riproducono, le regine trasmettono il gene a una parte della loro prole. Il sensore messo a punto dal team di ricercatori e ricercatrici è stato usato per studiare l’olfatto delle api.
Julie Carcaud e Jean-Christophe Sandoz, rispettivamente professoressa associata all’Università di Paris-Saclay e direttore della ricerca del Cnrs, sostiene che «gli insetti sono stati stimolati con vari odori e osservati con un microscopio ad alta risoluzione. Questo ha permesso di rilevare quali cellule cerebrali si attivino a seconda dell’odore e come queste informazioni si distribuiscano nel cervello». Il nuovo strumento permetterà di studiare come funziona la comunicazione all’interno delle colonie e, più in generale, come la socialità influisca sul cervello degli animali.
L'inchiesta
di Tommaso Di Giannantonio
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