I dati

giovedì 23 Febbraio, 2023

Trentino, alcol alla guida è boom di casi nel 2022. Cresciuti del 90%

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I dati arrivano dal comando provinciale dei carabinieri. I casi sono balzati dai 325 di due anni fa ai 617 di quello appena passato

Una volta su dieci la colpa è del «bicchiere di troppo». L’auto talvolta finisce contro un guard rail, altre volte si scontra con un altro mezzo, mettendo a rischio l’incolumità di altre persone che altra colpa non hanno se non quella di trovarsi a condividere la strada, con un ubriaco. Basta la percentuale secca, calcolata sul confronto dell’anno precedente a mostrare quanto possa pesare, in Trentino, l’abuso di alcol sulla sicurezza stradale: i conducenti trovati al volante «in stato d’ebbrezza» nel corso del 2022 sono stati 617, il 90% in più rispetto ai 325 dell’anno precedente. I dati arrivano dal comando provinciale dei carabinieri, la fonte più qualificata per quanto riguarda questo tipo di interventi, visto che in Trentino interviene nell’85% degli incidenti che prevedono anche rilevazioni etilometriche. Nella stragrande maggioranza dei casi non si tratta di «leggerezze». In oltre il 70% dei casi, infatti, il tasso di alcol nel sangue supera gli 0,8 grammi per litro: abbastanza da prevedere conseguenze penali e non solo amministrative. Nel 30% dei casi, inoltre, si supera la soglia degli 1,5 grammi per litro: la legge in questo caso prevede la confisca del veicolo. È quello che è successo, solo negli scorsi giorni a due diversi conducenti di Pergine e di Ala. Nel primo caso, il tasso andava oltre i 3 grammi per litro, superando di sei volte i limiti di legge.
Attenzione ai weekend
Secondo i dati dei carabinieri, la maggior parte degli episodi vengono contestati nel fine settimana, in particolare il venerdì (ben il 30% dei casi) e a notte fonda: il 54% dei guidatori ubriachi vengono fermati da mezzanotte alle sei del mattino.
E a sgarrare non sono i più giovani: «solo» il 14% dei casi riguarda ragazzi tra 18 e 22 anni, mentre il 41% persone tra 23 e 40 anni, il 34% persone tra 40 e 60 anni, il rimanente 11% persone oltre i 60 anni d’età. L’alcol è la principale sostanza che minaccia la guida sicura, ma non è l’unica: gli altri stupefacenti pesano per il 5,5% del totale delle sanzioni dovute a «stati alterati». Anche in questo caso, il trend è in aumento. Ma c’è da tener conto che, per le forze dell’ordine, è molto più difficile «beccare» gli automobilisti che hanno utilizzato sostanze illegali: i test dedicati, infatti, sono meno immediati del «palloncino».
«Il Covid non c’entra»
I numeri si riferiscono al 2022, ma i primi mesi del 2023 non sono stati affatto rassicuranti su questo fronte, anzi, sono stati diversi gli automobilisti a vedersi ritirare la patente. Il comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Matteo Ederle, parla di «fenomeno preoccupante», anche perché, ormai, non c’è più Covid che tenga. In altre parole: quel 90% in più non è dovuto alle statistiche falsate dai lockdown.
«Solo in parte — spiega il colonnello — questi dati sono riconducibili al “risveglio sociale” post Covid. Negli anni caratterizzati dalla pandemia abbiamo ritirato per guida in stato di ebbrezza circa 310 patenti ogni anno, ma nel periodo immediatamente precedente, dal 2016 al 2019, il dato annuo si attestava su circa 370, quindi comunque ben lontano dagli oltre 600 casi ora rilevati nel 2022. Sul fenomeno non abbiamo alcuna intenzione di calare l’attenzione, anzi va intensificata per il bene di tutti, considerando che in questo momento l’otto per cento degli incidenti stradali, cioè quasi uno su dieci, su cui interveniamo vede protagoniste al volante persone in stato di ebbrezza». Un quadro del genere richiede collaborazione da parte di tutti. «Rispetto al passato — prosegue Ederle — va dato atto a molte amministrazioni comunali nonché ad alcune comunità di valle della forte sensibilità mostrata verso il problema, per il quale vogliono essere nostri convinti partner fornendo spesso anche ulteriore strumentazione tecnica utile al rilevamento dell’ebbrezza alla guida. C’è anche un secondo dato positivo: rispetto al passato un minor coinvolgimento dei giovanissimi oltreché dei pensionati». Ma ciò significa anche che l’alcol alla guida non è tanto un comportamento legato ad abitudini croniche, quanto un fenomeno «ricreativo». «I dati parlano chiaro — è la conclusione del comandante — la maggior parte degli episodi sono collegati a momenti di divertimento e tempo libero delle persone in fascia adulta di mezza età. Ma rimane il fatto che il proprio divertimento non può essere a potenziale discapito degli altri, pertanto assicureremo ogni sforzo utile affinché sulla strada le vite vengano preservate da atteggiamenti irresponsabili». D.O.