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giovedì 23 Febbraio, 2023

Foschia nel fondovalle, l’esperto: «Il Trentino come la pianura Padana. Colpa dell’inversione termica»

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Da giorni Trento e Rovereto sono avvolte da una coltre grigia. Il problema è legato all'alta pressione che non permette all'aria fredda di salire e portare via gli inquinanti. Domenica atteso vento di Föhn

Da Trento a Rovereto la situazione da giorni è la stessa. Una spessa foschia si è abbattuta sulle città della valle dell’Adige e di tutti i fondovalle in generale. Una coltre dalle tinte grige e gialle che offusca la vista all’orizzonte. Le montagne che abbracciano il capoluogo, il Calisio, la Marzola e la Vigolana, sembrano dei pallidi giganti appena visibili. Non è uno spettacolo normale per il Trentino. Anche durante l’inverno nei giorni di sole il cielo solitamente si presenta limpido e blu. A spiegarci il perché di questo fenomeno è Mauro Gaddo, direttore di Meteotrentino.
Direttore come si spiega questa foschia?
«La causa è l’inversione termica, tipica dell’inverno. Un fenomeno per cui in montagna fa più caldo che in valle. Il problema attuale è legato all’alta pressione che non permette all’aria fredda di muoversi dal fondovalle. Così oltre all’aria rimangono fermi anche gli inquinanti generando la foschia».
Sembra di essere in pianura padana
«Si esatto, se l’inversione termica è normale questo fenomeno è sicuramente inusuale».
Da giorni su Il T raccontiamo il problema della siccità
«Lo vediamo anche noi. Confermiamo i dati della fondazione Cima, quella riduzione del 50% delle riserve d’acqua nei nevai indicata da loro è corroborata anche dalle nostre osservazioni. La cosa interessante è che il problema è soprattutto dai 2.500 metri in giù. Lì la neve si scioglie subito e quindi non si accumula».
Quali sono le cause?
«Il problema principale sono le scarse precipitazioni. Va detto che gennaio e febbraio sono mesi storicamente aridi. Il deficit vero è stato prima. Abbiamo avuto l’ottobre più caldo di sempre a cui sono seguiti un novembre e un dicembre con poche pioggie e ancora meno neve. Le alte temperature di questi giorni hanno fatto sì che gli accumuli nelle quote medio-basse siano già esauriti».
Siete preoccupati?
«Diciamo che di sicuro ci vorranno mesi per recuperare la mancanza d’acqua che abbiamo accumulato. Marzo è storicamente un mese piovoso, ci auguriamo che rispetti le previsioni».
Quindi dobbiamo sperare in un marzo e aprile particolarmente piovosi?
«Guardi già un marzo nella norma ci darebbe speranza che il trend si sta invertendo e che potremo far fronte alla siccità».
Per i prossimi giorni cosa vi aspettate?
«Sul fronte delle precipitazioni poca cosa, da deboli a molto deboli. Nel fine settimana però ci aspettiamo l’arrivo di un vento di Föhn che dovrebbe spazzare via smog e foschia».