La risposta

giovedì 23 Febbraio, 2023

«Il piombo non è migrato tra Sloi e Carbochimica», l’Appa risponde alla Circoscrizione

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«Ipotesi non corrette a causa dello scambio dei dati sugli inquinanti rilevati nelle due aree». Per l’Agenzia, gli studi smentiscono «la paventata possibilità di trasferimento della contaminazione trasversalmente all’asse ferroviario» interessato dal progetto del Bypass

L’Appa è intervenuta con una presa di posizione netta e ha risposto alla Circostrizione che paventava una possibile migrazione di contaminazione di piombo tra l’ex Sloi e l’ex Carbochimica. Una lettera che mette in evidenza come ci sia stata una mala interpretazione dei dati.

«Si ritiene che le numerose indagini eseguite sulle aree Sin, dall’inizio degli anni ’90 fino ad ora non mostrino alcuna evidenza di una possibile migrazione della contaminazione da piombo organico dall’area ex Sloi all’area ex Carbochimica ad opera delle acque di falda. Peraltro gli studi idrogeologici e la modellazione della falda dell’area di Trento Nord evidenziano un andamento della falda con direzione prevalente Nord-Sud e quindi non coerente con la paventata possibilità di trasferimento della contaminazione trasversalmente all’asse ferroviario».

La Circoscrizione Centro storico Piedicastello aveva sollevato delle preoccupazioni riguardo al possibile inquinamento dell’area ferroviaria interessata dal tracciato della Circonvallazione ferroviaria. Per non alimentare male interpretazioni la missiva è stata inoltrata anche all’Amministrazione comunale. «Evidenziando che, sulla base degli studi fino ad ora eseguiti sulle aree del Sin, l’interpretazione dei dati fornita dalla Circoscrizione e le conseguenti ipotesi sostenute non sono corrette». In sostanza, l’errore interpretativo deriva dall’aver scambiato le tabelle relative agli inquinanti della Sloi, rilevati nel corso dei sondaggi eseguiti nel 2004, con quelle che riportano i dati rilevati sull’area Carbochimica nel 2003. Proprio sulla base di questo scambio di dati, «viene sostenuta la presenza di una migrazione della contaminazione da Piombo e Piombo organico dall’area ex Sloi all’area ex Carbochimica». Ipotesi peraltro smentita anche «dalle numerosissime indagini eseguite in passato sull’area ex Carbochimica» che «hanno evidenziato la presenza del Piombo, elemento normalmente presente in natura, con concentrazioni del tutto compatibili con i valori di fondo naturale riconosciuti per quella zona di Trento».

Appa evidenzia inoltre che «sono stati male interpretati anche i risultati analitici dei campioni di acque sotterranee» riportati all’interno del Progetto di fattibilità tecnico economica redatto da Italfer. Infatti, al contrario di quanto sostenuto dalla Circoscrizione, si evidenziano «superamenti dei limiti di riferimento per il Piombo organico solamente nei piezometri interni all’area ex Sloi ed a valle della stessa», non nell’area Carbochimica.

Appa fa notare inoltre che la contaminazione trasversalmente all’asse ferroviario «è comunque poco realistica se si considera che nei campionamenti del terreno condotti sull’area immediatamente a valle dell’area ex Sloi (area ex Elma – ora Sequenza), non è mai stata rilevata la presenza di Piombo organico nel terreno, nonostante la falda che attraversa tale area sia risultata contaminata da Piombo organico».

Infine, Appa aggiunge: «Per completezza di informazione si informa che gli unici campioni di terreno, noti agli scriventi, in cui è stata riscontrata la presenza delle forme organiche del Piombo al di fuori del perimetro ex Sloi e della fossa Armanelli» sono quelli relativi a un sondaggio eseguito nel 2003 nel rio Lavisotto, poco a monte del cavalcaferrovia dei caduti di Nassiria. «In considerazione che in nessun altro campione del sondaggio è stata riscontrata la presenza di Piombo organico né in altri sondaggi adiacenti e date le modeste concentrazioni rilevate risulta poco probabile che tale riscontro sia il frutto di una migrazione della contaminazione dal sito ex Sloi ad opera della falda».

L’Appa conclude che ciò «non esclude che, in generale, l’area sottostante alla ferrovia possa essere stata in passato interessata da eventi di contaminazione accidentale o indotta, di cui non è presente evidenza allo stato attuale. In ogni caso, qualora venissero rilevate contaminazioni del sito dovranno essere attivate le procedure» previste dalla legge «eseguendo le necessarie azioni per la gestione dell’interferenza, in analogia a quanto già previsto per le aree Sin interessate dall’opera».