Le indagini

venerdì 24 Febbraio, 2023

L’allarme dell’Antimafia: «Trentino ad alto rischio infiltrazioni criminali»

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L’allarme della Commissione antimafia nella relazione annuale: «Indagini su alberghi, appalti e rifiuti»

Non solo porfido. Alberghi, ristorazione, traffico di rifiuti, contrabbando di prodotti petroliferi, appalti e grandi opere: sono questi i settori a rischio infiltrazioni mafiose su cui sta indagando la procura di Trento. È quanto emerge dalla relazione finale della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie guidata nella scorsa legislatura dall’ormai ex senatore Nicola Morra. Quest’anno la relazione dedica una sezione ad hoc al Trentino Alto Adige, a partire da quanto emerso nella due giorni di audizioni in regione organizzata lo scorso 9-10 maggio. Tra gli auditi c’era il procuratore capo di Trento Sandro Raimondi che ha parlato delle indagini in corso. Il colloquio è stato secretato, ma qualcosa si può dire.

Contrabbando di carburante
Per quanto riguarda il contrabbando di prodotti petroliferi, per esempio, due settimane fa un’inchiesta internazionale condotta dalla guardia di finanzia di Trento (Il T del 10 febbraio) ha portato a un sequestro da 3,2 milioni di euro (in Italia e all’estero) e 41 persone iscritte nel registro degli indagati (per ora nessun trentino). Sul ruolo giocato dalla mafia saranno effettuati successivi accertamenti. Anche perché, sostiene nella relazione l’ex comandante provinciale della finanza Mario Palumbo, in Trentino il contrabbando di idrocarburi sta diventando più conveniente del traffico di stupefacenti. «Per il contrabbando di tabacchi lavorati esteri e prodotti petroliferi in evasione di imposta – spiega Palumbo – i sodalizi utilizzano il Trentino come area di transito, partendo dai Paesi dell’Est e avendo come sbocco le regioni del Sud Italia, dove vengono reimpiegati i profitti».

Traffico di rifiuti
A preoccupare i vertici trentini è poi il traffico di rifiuti. «Particolare attenzione – ha detto davanti alla commissione antimafia l’allora commissario del Governo Gianfranco Bernabei – viene dedicata al ciclo dei rifiuti, a seguito della chiusura della discarica di Ischia Podetti, gestita da società oggetto di indagini della procura di Trieste e posta sotto sequestro. Sono in corso inchieste su altri siti». Una è quella sulla discarica di Villa Agnedo per cui a fine gennaio sono stati rinviati a giudizio in quattro: tra questi ci sono gli ex dirigenti dell’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente (Appa) Giancarlo Anderle e Alessandro Moltrer. Un’altra indagine in tema rifiuti è l’inchiesta Brennero del Nucleo operativo ecologico (Noe) dei carabinieri di Trento che ha scoperto 400 mila tonnellate di rifiuti smaltite illecitamente negli ultimi tre anni nei terreni piantumati a meleti della Val di Non.

Operazioni bancarie sospette
Nella relazione si segnala poi negli ultimi quattro anni un aumento del numero di reati di riciclaggio, autoriciclaggio e intestazioni fittizie. La Banca d’Italia sta monitorando le segnalazioni di operazioni sospette e le anomalie nell’uso del contante, «essendo stata segnalata la circolazione di un notevole numero di banconote da cinquecento euro, possibile spia di attività di riciclaggio di denaro illecito». Già l’Unione di informazione finanziaria (Uif) nella relazione sull’attività svolta nel 2020 aveva evidenziato l’elevato numero di segnalazioni di operazioni sospette nel Nord-Est: il Trentino Alto Adige compariva tra le regione con un’alta propensione all’uso del contante e con un’anomala e significativa circolazione di banconote di grosso taglio. «Dal 2019 al 2021 – fa sapere il direttore della filiale della Banca d’Italia di Trento Maurizio Silvi – le segnalazioni di operazioni sospette da parte degli operatori finanziari sono passate da 732 a 1043: un incremento del 42,5 per cento». Nello stesso triennio in provincia sono state emesse quattro interdittive antimafia e un diniego di iscrizione nelle white list. Quest’ultimo ha riguardato una società con sede legale a Lona-Lases il cui amministratore unico è risultato essere un familiare convivente di uno degli indagati del processo Perfido.