L'intervista doppia
sabato 25 Febbraio, 2023
di Donatello Baldo
Nella giornata di domani si terranno le primarie nazionali e locali del Partito Democratico. I seggi in tutto il Trentino saranno aperti dalle 8 alle 20. L’auspicio del partito è di arrivare a 7.000 votanti. Se a livello nazionale la sfida è tra Stefano Bonaccini e Elly Schlein a livello locale la segreteria è una partita a due tra Alessandro Dal Ri e Alessandro Betta. Li abbiamo intervistati e messi a confronto, cominciando dal consigliere comunale di Trento.
Era tra quelli che il congresso del Pd lo avrebbe spostato a dopo le elezioni, ma da Roma lo hanno imposto e Alessandro Dal Ri ha quindi deciso di mettersi in gioco come candidato alla segreteria.
Domani si vota. L’ultimo appello al popolo dem perché scelga lei alla guida del partito?
«La mia proposta mira all’unità del partito, con l’obiettivo di costruire una coalizione altrettanto unita che torni al governo della Provincia alle prossime elezioni.
Come?
«Attraverso l’impegno su tre temi, che sono gli stessi della mia campagna per la segreteria: ambiente, sanità, e welfare, inteso come lavoro e impresa. La nostra proposta, sia come partito che come coalizione, è un Trentino più innovativo, più inclusivo, più sostenibile».
Sull’ipotesi di una vittoria alle prossime elezioni sembra che il centrosinistra non ci creda più tanto. Coglie anche lei del pessimismo?
«Io ho fiducia nel fatto che i trentini capiscano che in questi cinque anni Fugatti e la sua giunta hanno governato all’insegna dell’incompetenza. C’è chi se n’è già accorto, chi si è stufato di questo continuo soffiare sulle divisioni: città contro valli, lavoratori pubblici contro lavoratori privati, accesso al welfare dopo cinque o dieci anni. Poi vedo che stanno litigando, e le fratture ci sono anche tra loro. Sono sicuro che alla fine si ricomporranno, ma se noi proporremo un programma credibile, candidature credibili, possiamo avere alte chance di vittoria. E le ultime elezioni politiche lo hanno dimostrato, i voti che ci dividono sono pochi dal centrodestra».
Considerando anche il Patt, però. Che ha scelto di andare a destra. Ve ne siete accorti? Perché non sembra che al centrosinistra si sia cercato di fare il possibile per perdere la componente autonomista.
«Effettivamente nel dialogo con il Patt abbiamo perso tempo di gioco con questo congresso. Ma credo che se avessero davvero voluto, gli spazi di dialogo si sarebbero trovati».
E cosa pensa del Patt con Fugatti?
«Io ricordo le parole del segretario autonomista Marchiori al congresso: “Mai con Fratelli d’Italia”».
Lo dicono ancora. E se la conferma della presenza di Fratelli d’Italia in coalizione facesse loro cambiare idea? Sareste pronti a riaccoglierli?
«Siamo pronti a discuterne, ma chissà a che punto saremo, perché potremmo aver già individuato il candidato presidente».
A proposito: sul tavolo c’è solo il nome di Valduga, o anche lei come il suo competitor Betta proporrà un nome del Pd?
«Il nome di Valduga c’è solo sui giornali. Sul tavolo non c’è nessuno nome. Per quanto riguarda il nome del Pd ne parleremo, e lo faremo solo nell’ottica di portare un contributo alla coalizione».
Che potrà allargarsi anche ai 5 Stelle? Il consigliere grillino Alex Marini non esclude alleanze a sinistra.
«Anche in questo caso, ne discuterà la coalizione. Io, dipendesse da me, un’alleanza con i 5 Stelle la farei».
Tornando al nome del candidato presidente, entro quando lo sceglierete?
«Entro marzo, non oltre».
Alessandro Betta, a differenza del suo sfidante, il congresso del Pd anche a livello locale lo ha voluto fin dall’inizio: «Sarà l’occasione di un percorso partecipativo importante — diceva convinto — che tornerà utile anche per le prossime elezioni provinciali».
Allora, c’è stata questa partecipazione? Domani il popolo dem è chiamato ai gazebo, ma si sa già che i numeri non saranno quelli delle primarie con decine di migliaia di elettori anche in Trentino.
«Auspico che si rechino a scegliere il segretario locale e nazionale tantissimi elettori, ma qualsiasi sia il numero finale dell’affluenza sarà in ogni caso una vittoria. La partecipazione, in un momento storico segnato dal disinteresse e dall’astensionismo, è sempre positiva. Per quanto riguarda il mio risultato, mi aspetto di raccogliere quello che ho seminato in questi giorni di campagna elettorale: la voglia di cambiamento, di rinnovamento. Poi so benissimo che ho contro tutto il vertice del partito, ma sarebbe un segnale se su di me arrivassero tante preferenze».
E sulla partecipazione in generale a queste primarie? Cos’ha percepito?
«Ho fatto volantinaggi ovunque, anche davanti alle fabbriche dove il Pd era da tanto temo che non ci andava. Ho visto cittadini interessati, attenti, curiosi di ascoltare proposte concrete. La partecipazione c’è se si sollecita, e il congresso serve prprio a questo. Ed è l’inizio, perché il traguardo sono le prossime elezioni provinciali».
Come intende vincere la sfida elettorale di ottobre?
«Con la consapevolezza di avere buone idee e proposte credibili. Ho visto che anche i 5 Stelle sono disponibili ad una alleanza con il centrosinistra: bene, significa che sentono aria di novità».
Tanti dicono che con il congresso si è perso tempo. Non c’è ancora un leader di coalizione, non c’è una coalizione.
«Non è certo il congresso che ci ha fatto perdere tempo. E in ogni caso è possibile recuperarlo. Se c’è entusiasmo e voglia di vincere siamo già a metà strada per conquistare il governo del Trentino. Certo, c’è da lavorare a livello di coalizione, capire quante sono le liste, come comporle. Serviranno anche qui innovazione, nomi nuovi che non siano i volti noti ma espressioni delle professioni, del volontariato».
Per il candidato presidente c’è in campo il nome del sindaco di Rovereto Francesco Valduga. Ma lei ha detto che il Pd proporrà un suo nome. È così?
«Basta nomi. Sarà la coalizione a deciderlo, individuandolo tra i profili che più di altri potranno portarci alla vittoria. E se serve, ma in ora dovremmo correre per stare nei tempi, lo strumento delle primarie è da considerare. Come valore aggiunto».
Quindi un nome del Pd?
«Se sarò io il segretario un nome del Pd sarà fatto. E sarà scelto tra chi nel Pd è stato investito da un riconoscimento popolare».
Sta parlando di lei? Se vincesse il congresso con le primarie di domani avrebbe lei l’investimento popolare .
«Se vincessi io, per come sono andate le cose, sarebbe una novità da valorizzare. Io sarei a disposizione, ma dovrà deciderlo l’assemblea del Pd e poi la coalizione. Ma io ci sono, mi metto al servizio».
Alla vigilia del voto per entrambi i candidati sono arrivati gli endorsement di figure importanti del Partito Democratico del Trentino.
Per Alessandro Betta, e per Stefano Bonaccini, si è espresso il consigliere provinciale Luca Zeni convinto che siano persone «capaci di unire valori ideali e capacità programmatica e progettuale». Qui l’intervento
Per Alessandro Dal Ri, e a supporto di Elly Schlein, si è pronunciato il consigliere provinciale Alessio Manica che spiega: «Queste candidature sono segnali di speranza. Sono persone capaci di coinvolgere e unire». Qui l’intervento
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