Il Libro Cult

mercoledì 1 Marzo, 2023

Lonely Planet racconta il Trentino Alto Adige. È arrivata la prima edizione della guida di culto dedicata alle bellezze della regione

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Consigli su luoghi da visitare, alberghi e negozi da non perdere e attività da fare in regione. L’autore Falconieri: «Le guide portano risvolti economici importanti»

Il pianeta si sente solo, quindi perché non visitarlo? Quello della casa editrice australiana Lonely Planet non è soltanto un nome, ma un invito all’avventura lanciato esattamente 50 anni fa, attraverso l’iconica guida di viaggi, di cui sono state stampate oltre 150 milioni di copie nel mondo. Diventata famosa per i viaggiatori all’avventura, si è trasformata in un importante veicolo di promozione turistica, di cui hanno beneficiato anche le attività economiche dei luoghi raccontati. Oggi, Lonely Planet arriva ad interessarsi del Trentino-Alto Adige. A dicembre, è stata pubblicata la prima guida dedicata alla regione, curata dai giornalisti e autori Denis Falconieri e Piero Pasini. Proprio Falconieri presenterà il libro domani, alla libreria Ubik di Bolzano.

Quali sono stati i passaggi della scrittura di questa guida?
«Il lavoro dell’autore inizia dall’assegnazione della destinazione; in seguito, c’è una fase preparatoria di studio del territorio, e poi la parte del viaggio, che noi chiamiamo “ricerca”, perché andiamo sul posto per scegliere gli elementi da inserire nella guida: cose da vedere, esperienze da fare, ristoranti, camminate, piste da sci, attività invernali e estive. Io chiamo le mie guide figli, perché ci vogliono circa 9 mesi di lavoro per realizzarle. Secondo me, la parte bella — ma anche difficile — del lavoro dell’autore è che spetta a noi scegliere cosa inserire nella guida. Naturalmente, spesso c’è poco margine sui luoghi da vedere: se scrivi una guida su Verona non puoi non inserire l’Arena o Piazza delle Erbe; ma l’autore è libero nella scelta delle esperienze, dei ristoranti e degli hotel. A me piace anche l’aspetto dello sguardo autoriale: ogni autore ha una visione propria, quindi se la guida venisse scritta da 10 persone, verrebbero fuori 10 guide diverse».
Perché un turista dovrebbe scegliere il Trentino come destinazione?
«Secondo me dovrebbe sceglierlo perché la montagna del Trentino è accessibile, adatta anche a chi non è molto pratico dell’ambiente montano. Poi, è bene organizzata, con un livello di ricettività molto buono, e quando si fanno camminate si incontrano spesso punti di ristoro o rifugi, che danno anche un senso di sicurezza a chi è poco abituato a muoversi in questi ambienti. È stato anche abbastanza semplice raccogliere il materiale necessario per la guida — molto di più che per altre regioni italiane — proprio perché c’è una rete di accoglienza molto bene articolata che ha agevolato il nostro lavoro».
Quali sono, secondo lei, le mete imperdibili del Trentino?
«Io partirei da Trento, che è una città vivace e piena di luoghi da scoprire. Mi sposterei, poi, verso la Val di Fiemme e la Val di Fassa, e in particolare, andrei al Rifugio Torre di Pisa, con la terrazza del Latemar, che è molto bella e fattibile anche per chi è alle prime armi; e al Catinaccio con il Rifugio Passo Principe, che è un posto incredibile. Infine, le valli di San Martino sono sicuramente tra i posti più iconici della zona delle Dolomiti».
Nel corso della ricerca ha trovato delle curiosità particolari relative al territorio?
«Mi viene in mente la storia delle pecore della Val di Funes, che Hitler voleva eliminare; queste pecore con gli occhi cerchiati di nero vennero quindi messe al bando, ma un pastore continuò ad allevarle di nascosto, riuscendo a garantirne la sopravvivenza fino ad oggi».
Come si declina il tema del turismo sostenibile in Trentino, anche alla luce del cambiamento climatico?
«Questa regione ha fatto un passo in avanti verso la diversificazione del turismo. Per i viaggiatori ci sono tante proposte, dalle piste di sci alpinismo segnalate e messe in sicurezza, alle ciaspolate. C’è attenzione verso la destagionalizzazione del turismo, quindi verso attività di stagioni in cui non si scia. Ed è quello che ci aspetta se continuerà ad esserci sempre meno neve».
Nel pianificare la guida, avete cercato tra locali, ristoranti, alberghi. Vi siete fatti un’idea di quanto può costare, oggi, a un turista un weekend in regione?
«Tra pernottamento, pranzi e cene, stimerei più o meno 350 euro per venerdì e sabato notte. Poi resta escluso, ad esempio, il prezzo dello skipass, che è cresciuto in linea con l’andamento degli altri prezzi in Italia. Nelle nostre guide, comunque, inseriamo strutture e attività per tutte le tasche: Lonely Planet è nata, in origine, come guida per backpackers, quindi per persone che volevano viaggiare spendendo poco; nel tempo, l’editore ci ha chiesto di avere uno sguardo più trasversale. Quindi noi inseriamo di tutto: dal cibo di strada al ristorante stellato, così come camminate adatte per le famiglie con bambini, scalate più impegnative per chi ha una preparazione più adeguata, attività romantiche di coppia. E inseriamo alberghi, agriturismi, bed and breakfast, garnì, campeggi, e anche rifugi, che nella zona Dolomiti sono tanti».
Dove verrà diffusa questa guida?
«Lonely Planet è la guida più venduta in Italia e nel mondo. Negli anni è diventata un punto di riferimento e una leader di mercato. Si troverà in tutte le librerie e nella grande distribuzione in Italia. Relativamente ad altri mercati, ci sono dinamiche successive, perché il marchio Lonely Planet è internazionale, e ogni Paese ha una casa editrice di riferimento: un paio di volte all’anno, i direttori editoriali dei vari Paesi si riuniscono, e ognuno di loro decide se comprare o meno i diritti per un titolo e venderlo, in base a come pensa che potrà essere ricevuto sul proprio mercato».
La guida menziona strutture ricettive, negozi, attrazioni. Che giro d’affari può generare in Trentino?
«Le guide possono avere risvolti economici importanti. Quando ho scritto la guida Abruzzo e Molise, avevo inserito l’attività di un’artigiana che era riuscita a recuperare e rivalorizzare una tradizione importantissima che si stava perdendo: la lavorazione della lana. Qualche mese dopo la pubblicazione della guida, la proprietaria mi ha scritto che tante persone entravano nel negozio per chiedere informazioni e comprare lana, e che il giro di affari era aumentato circa del 10%».