Comune di Trento

giovedì 2 Marzo, 2023

Ianeselli chiude la porta al PATT: «Un assessore? No, valori incompatibili»

di

Il sindaco di Trento dice di no alla richiesta delle Stelle Alpine di rientrare in giunta dopo l'addio di Stanchina

Il segretario del Patt Marchiori lo ha ribadito anche ieri: «La scelta del patto con Fugatti per le prossime elezioni non mette in discussione le alleanze con altre coalizioni su altri livelli amministrativi». Tradotto: se in Provincia le Stelle Alpine vanno a destra, possono comunque continuare a sostenere le coalizioni di centrosinistra di cui già fanno parte. A Trento, a Rovereto, a Lavis. Ma non basta questa rassicurazione, perché il solo ventilare l’ipotesi di svolta a destra ha prodotto nelle scorse settimane delle ripercussioni.
Quella sul capoluogo è la più clamorosa, con il vicesindaco Roberto Stanchina che, non condividendo la nuova linea del Patt e forse anche spinto dal sindaco Ianeselli, ha aderito al nuovo gruppo costituito ad hoc a Palazzo Thun assieme a Campobase, «Trento al Centro».
Il Patt ha perso così ogni suo rappresentante in Consiglio provinciale: con Stanchina si è iscritto a «Trento al Centro» anche il consigliere eletto con le Stelle Alpine Alberto Pedrotti, e dal gruppo delle Stelle Alpine era già uscito per aderire ad Azione Tiziano Uez.
Ora però gli autonomisti sostengono che un assessore debba essere dei loro, perché il patto siglato con Ianeselli alla vigilia delle elezioni prevedeva questo: il sostegno al sindaco e un posto in giunta. Marchiori, su mandato della sezione autonomista del capoluogo, ha quindi chiamato Ianeselli per fargli presente la questione: «Pacta sunt servanda», avrebbe detto al sindaco. L’ipotesi su cui onorare quel patto sarebbe il rientro di Uez nel Patt per avere una rappresentanza a Palazzo Thun, e l’indicazione di un assessore tecnico di area autonomista.
Ianeselli ha però risposto picche: «Non capisco quale sia la questione. Il Patt ha fatto una scelta di campo che è diametralmente opposta al campo della mia coalizione. E aggiungo che le elezioni che mi hanno eletto sindaco erano sì amministrative ma avevano connotati di tipo politico, perché la scelta era tra chi intendeva l’autonomia come apertura e chi come chiusura. Ora non si può stare con Salvini e con Meloni e poi con la giunta Ianeselli».
Il sindaco considera anche la realtà: «Non capisco nemmeno di cosa si stia parlando: avevano tre consiglieri e ora non ne hanno nemmeno uno, con gli ultimi due che hanno lasciato il Patt proprio perché non ne condividono più la linea politica. Ora l’idea è di recuperare Uez per aver un rappresentante del Patt in Consiglio comunale per poi chiedere di entrare in giunta? Idea — afferma Ianeselli — che farebbe torto alla loro intelligenza».
Ianeselli attacca direttamente la scelta del Patt di accordarsi con Fugatti: «Questa loro decisione evidenzia il loro concetto di politica, ridotto ormai a un accordo di tipo commerciale, senza preoccuparsi di un minimo campo valoriale in cui si inserisce l’accordo. Ieri con Ianeselli, domani con Fugatti, come se non ci fossero differenze». E chiude a ogni ipotesi di «rispetto del patto» come richiesto da Marchiori: «Un accordo politico non si fa su due temi e un posto in giunta, la politica è molto di più».