Crisi climatica
giovedì 2 Marzo, 2023
di Christian Zurlo
Dalle temperature sempre più elevate in inverno nel lago di Levico, alle rilevazioni che hanno fatto il giro d’Italia – quando il termometro segnava numeri da record – nelle «doline» (luoghi freddi) sulle Pale di San Martino. Le rilevazioni degli appassionati dell’associazione Meteotriveneto ci aiutano anno dopo anno a comprendere meglio i mutamenti climatici in corso anche in Trentino. Abbiamo fatto il punto sulla situazione attuale con Giampaolo Rizzonelli, Stefano Zamperin e Riccardo Benetti di Meteotriveneto. «La temperatura di superficie (profondità massima 30 cm) dell’acqua del lago di Levico era a +6,0°C a fine febbraio – sottolinea Rizzonelli –, la più elevata da quando effettuo rilevazioni, dal 2008. Analoga situazione si presentava ad inizio febbraio con una temperatura di +6,2°C, quando era risalita in 5 giorni di 2,3°C (il 31 gennaio era a +3,9°C). Quando la temperatura di superficie raggiunge i 4°C (temperatura di massima densità dell’acqua e quindi tutta la massa d’acqua è a quella temperatura), il lago potenzialmente può iniziare a ghiacciare. Bastano notti e mattine con temperature di -4°C per vedere dei piccoli strati di ghiaccio in superficie, in genere ai bordi dove è più bassa l’acqua, come accaduto il 31 gennaio mattina per pochi metri quadrati. Quando il lago è ghiacciato completamente prendo come valore della temperatura di superficie dell’acqua 0°C. La temperatura media (periodo 2008/2022) dell’acqua di superficie ad inizio febbraio è di +2,6°C, quindi ad inizio febbraio 2023 eravamo quasi 4°C sopra la media (i primi giorni di febbraio hanno aiutato tanto in tal senso, considerato poi che a Levico Terme il 4 febbraio si erano superati i 17°C col foehn)».
Dal lago ai monti pallidi, la situazione non migliora molto, con poca neve in quota e temperature altalenanti. Con Meteotriveneto verifichiamo quale è la situazione sull’altopiano delle Pale, dove da tempo l’associazione si occupa di rilevazioni anche in collaborazione con l’Ente Parco. Qui sono diverse le doline, le conche, che nelle notti secche e serene si trasformano in laghi di aria fredda, anche 30 gradi meno dell’orlo della dolina o della cima delle montagne. «Da pochi giorni, – continua Rizzonelli – il nostro progetto Doline sull’Altopiano San Martino Di Castrozza-Rifugio Rosetta, attivo dal 2008, è anche online h24 su doline.meteotriveneto.it/pale Nei giorni scorsi siamo arrivati a -40°C in diretta (ma il record di un anno fa è di oltre -50° C), in un’annata che per ora non sta dando valori eccezionali. Da alcuni giorni è ufficialmente in funzione un nuovo sistema di trasmissione via onde radio dei dati delle temperature dei siti freddi. Un progetto – documentato in queste settimane anche dalla tv austriaca Orf – che rappresenta un’unicità nel panorama scientifico italiano e uno dei pochi a livello europeo. Il monitoraggio dei siti freddi del Triveneto e in particolare quelli dell’Altopiano delle Pale di San Martino – continua Rizzonelli – è nato dalla collaborazione tra la nostra associazione e il Parco Naturale di Paneveggio Pale di San Martino, A.R.P.A. Veneto nonché il CNR-Istituto Scienze dell’Atmosfera e del Clima (ISAC)». Le prime rilevazioni risalgono alla stagione 2007/2008 e grazie alle analisi di alcuni appassionati e professionisti della meteorologia, si è capito che le capacità termiche di queste «frost hollow», in termini di picchi di freddo, e le escursioni termiche collegate presentavano un potenziale straordinario. Un anno fa sono stati posizionati nuovi sensori, per un totale di quattro, nei siti dove il segnale trasmetteva con certezza e si è proceduto alla configurazione dati. I quattro siti comunicano con un gateway d’accesso installato all’arrivo della Funivia Rosetta, punto panoramico ed in vista Altopiano. Questo router espande il segnale tramite un’antenna posta nei pressi della Funivia verso l’Altopiano delle Pale di San Martino, riuscendo a coprire buona parte di esso.