Rifugi
giovedì 27 Ottobre, 2022
di Matteo Cassol
Sono passati tre anni e mezzo dall’annuncio da parte della Sat della chiusura della Capanna di Santa Barbara sul Monte Rocchetta (per mancanza di un affido formale e, sarebbe poi emerso, dell’agibilità) e ora, dopo un percorso travagliato e una serie di lavori, pare si possa finalmente prospettare la riapertura. Stando alle rassicurazioni dell’assessore rivano alle opere pubbliche Pietro Matteotti, i tradizionali pranzi domenicali e gli altri momenti con protagonisti i tesserati satini potrebbero ricominciare. A partire proprio da una data simbolo, il 4 dicembre, giorno in cui ricorre appunto Santa Barbara. L’assessore in Consiglio comunale ha fatto sapere che è stato ipotizzato anche di trasformare il bivacco in rifugio, un’idea poi accantonata per questioni pratiche (in primis la necessità di garantire un’apertura quotidiana).
Per Matteotti, che ha ereditato la grana, si sarebbe potuto fare diversamente per arrivare al risultato: «Si poteva fare in un altro modo. L’amministrazione precedente ha avviato la procedura del vallo-tomo, sperando che (forse era stato promesso a qualche assessore o a chi per lui) facendo il vallo-tomo si sarebbe declassata dal punto di vista geologico tutta l’area: naturalmente non è successo. Siccome non è successo, noi cosa abbiamo fatto? Abbiamo preso il progetto della precedente amministrazione, abbiamo fatto la gara, sono stati eseguiti i lavori, il vallo-tomo è stato realizzato, la tutela paesaggio (di cui io avevo chiesto il commissariamento, tra l’altro) ci ha chiesto delle modifiche sull’inclinazione del paramento e del muro di sostegno (una variazione credo di cinque gradi, una roba che non sta né in cielo né in terra). Al netto di tutte queste miserie, i lavori sono stati fatti, è stato portato in quota il ragno, è stata anche realizzata e posizionata una Imhoff (fossa per i liquami, ndr) per poter poi ottenere l’agibilità della Capanna e quindi fuori dalla Capanna adesso c’è la rete della fognatura (naturalmente non arriviamo giù con la fognatura, il sistema Imhoff funzionante è stato collaudato da Ags)».
La Capanna Santa Barbara era stata costruita negli anni Trenta dagli operai che lavoravano al cantiere dalla condotta forzata che dal lago di Ledro avrebbe alimentato la centrale di Riva: «Ci siamo trovati quell’immobile – le parole di Matteotti – perché l’Enel l’ha ceduto al Comune di Riva e il Comune di Riva non l’ha mai sistemato dal punto di vista delle carte. Qualche anno fa per fortuna c’è stato un frazionamento e a seguito del frazionamento poi è venuto fuori che non c’era neanche l’agibilità. La Sat per tornare ad avere le chiavi della Capanna aveva chiesto che la Capanna fosse a posto dal punto di vista urbanistico e dell’agibilità. Per far questo abbiamo dovuto fare anche il progetto del recupero statico. Hanno dovuto rinforzare la copertura e per fare quei lavori in quota naturalmente hanno dovuto portare su con l’elicottero. È per quello che si è perso del tempo, perché per non dover pagare l’elicottero abbiamo utilizzato quello che portava su il materiale per il rifacimento della ferrata dell’Amicizia, che finalmente è stata sistemata (spostata la scala e adeguata secondo i nuovi criteri). Alla fine sono passati due anni invece dei tre mesi che ci eravamo messi in testa. Dopo il rinforzo della copertura l’ingegnere ha collaudato e fatto le dichiarazioni di idoneità statica. A quel punto abbiamo fatto l’accatastamento e il 12 ottobre è arrivata l’agibilità. Nei prossimi giorni o comunque prima del 4 dicembre la nostra idea è di fare un comodato alla Satۚ (se la Sat la vuole…). Poi realizzeremo due servizi igienici completamente interrati: ci sarà la previsione – conclude Matteotti – nel piano opere pubbliche 2023».
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