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giovedì 9 Marzo, 2023
di Redazione
Sono 650 milioni in tutto il mondo le donne che hanno dovuto sposarsi prima dei 18 anni. Ogni anno 12 milioni di bambine e adolescenti rischiano di subire un matrimonio forzato e precoce. È un problema globale ma che riguarda da vicino anche giovanissime ragazze in Italia, come testimoniano le storie di Saman Abbas, Sana Cheema e Hina Saleem.
«Ho detto no a mio padre, ora voglio fare l’avvocato per aiutare le donne in difficoltà a rivendicare i loro diritti», racconta Sarmin, giovane bengalese oggi attivista di ActionAid. In Italia non ci sono dati sufficienti e accurati che raccontino l’incidenza del fenomeno. Si stimano però circa 2.000 bambine e ragazze all’anno a rischio matrimonio forzato, le comunità straniere più toccate da questa pratica sono quelle del Bangladesh, Mali, Somalia, Nigeria, India, Egitto, Pakistan. Da quando il matrimonio forzato è stato inserito come reato all’interno del Codice Rosso, si sono registrati 35 reati di costrizione o induzione al matrimonio (agosto 2019 – dicembre 2021). Inoltre, pur essendo citato anche nel piano antiviolenza 2021-2023, inclusa la previsione di una ricerca e di una mappatura delle pratiche, non essendoci un piano operativo, nulla è stato realizzato e sembra non essere una priorità.
Nel nostro Paese, ActionAid è impegnata nella prevenzione, la protezione e il sostegno a donne e ragazze esposte ai rischi di matrimoni precoci e forzati e mutilazioni genitali femminili. In particolare, a Milano grazie a incontri di formazione e al ruolo chiave delle Community Trainer, 7 donne e un uomo delle comunità straniere maggiormente esposte al pericolo, è stato possibile creare un modello di intervento in collaborazione con le istituzioni locali e altre realtà della società civile che prevede procedure e azioni per la protezione e il supporto di donne e bambine.
L'INTERVISTA
di Anna Maria Eccli
Violoncellista, sposata con un principe africano, gira il mondo per lavoro. Nella città della Quercia ha deciso di comperare un rifugio dalla vita frenetica parigina. Proprio accanto alla residenza per cui i suoi avi si indebitarono