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mercoledì 8 Marzo, 2023

Rovereto, «Pochi anestesisti e nessuna soluzione». Olivi chiede conto della situazione all’ospedale

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A gennaio 2019 nell’unità erano in servizio attivo 20 medici più il direttore, arrivati a 25 nel giugno del 2021 e a 21 più il direttore nel settembre 2022. La situazione è ancora critica

Il problema era parso lampante ancora alla fine dell’anno scorso, quando il consigliere del Pd Alessandro Olivi aveva chiesto all’assessore Segnana come fosse la situazione. «Allora mi confermò che stavamo sul filo del rasoio e oggi ha di nuovo confermato che siamo tornati ai livelli di fine anno, quindi in una situazione ancora critica», commenta Olivi. Il tema è quello della presenza di medici anestesisti e rianimatori che garantiscono la programmazione delle sale operatorie d’elezione (quelle che senza di loro non possono di fatto essere attive) a Rovereto e di riflesso anche su altri ospedali del territorio nei quali sono chiamati i professionisti a coprire le necessità riconoscendo loro gli impegni straordinari. «I numeri sono risicati – ricorda Olivi – e la preoccupazione nasceva anche per la continua e inesorabile erosione di questi numeri, tale da pregiudicare la normale attività ospedaliera. Il rischio grosso lo si è corso quando i medici hanno aperto una vertenza, minacciando di bloccare le attività aggiuntive richieste nella copertura degli altri ospedali territoriali». Due giorni prima del “blocco” era intervenuta la giunta provinciale, avviando di fatto un confronto sulla problematica contrattuale. A novembre, dunque, Olivi chiedeva quale fosse la situazione ottenendo da parte della giunta un orizzonte positivo perché si ventilava un aumento del personale complessivo in dotazione. A distanza di quattro mesi, invece, Olivi si è trovato a riproporre il tema all’assessore Segnana, la quale ha chiarito che a gennaio 2019 nell’unità erano in servizio attivo 20 medici più il direttore, arrivati a 25 nel giugno del 2021 e a 21 più il direttore nel settembre 2022 (situazione confermata ad oggi). La programmazione delle sedute operatorie è passata da 34 nel pre pandemia alle 30 settimanali odierne a alle quali si aggiungono 15 sedute per interventi minori che non prevedono la presenza dell’anestesista e 3 sedute a settimana per attività di assistenza a procedure diagnostiche. A seguito dell’incontro tra Azienda sanitaria e sindacato degli anestesisti, la vertenza sindacale aperta negli ultimi giorni risulta sospesa e i professionisti medici hanno ricominciato a garantire la disponibilità nell’erogazione delle prestazioni aggiuntive. Peraltro – ha aggiunto Segnana – sono state recentemente approvate con delibera della Giunta le direttive ad Apran per il riconoscimento delle misure di armonizzazione con il contratto collettivo nazionale a favore della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria destinando al tavolo negoziale la somma di 9 milioni di euro, di cui 2 milioni una tantum e 1,4 milioni dal 2019 garantendo al chiusura del contratto da tempo richiesta.
«I dati – è stata la replica di Olivi – sembrano non rendere acuto un quadro che è peraltro critico: mi auguro di non dover rifare l’interrogazione fra tre mesi. La mia impressione però è che si continui a rammendare, anziché trovare una soluzione strutturale ad un problema oggettivo».