Orso

domenica 12 Marzo, 2023

MJ5, ultimi aggiornamenti: Fugatti confermata la linea dura: «Sarà abbattuto»

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L’Enpa pronto a informare la Comunità europea: «No all'uccisione, prima d'ora non aveva fatto male a nessuno»

Fugatti conferma la sentenza: «L’orso che ha aggredito Alessandro Cicolini in Val di Sole domenica scorsa sarà catturato e abbattuto». Linea dura, quindi, senza paura di essere contestato da animalisti e opposizioni: «La gente ha paura e la gente chiede che siano prese decisioni di questo tipo quando sono in pericolo le persone. Io non me la sento di aspettare un’altra aggressione». Da ieri i forestali della Provincia sono alla ricerca del plantigrado, «anche se dico subito — ribadisce Fugatti — che non sarà semplice rintracciarlo, e potranno volerci anche mesi». MJ5 è un orso solitario, che si sposta di decine e decine di chilometri al giorno: «È un maschio adulto — spiega infatti il governatore — che gira di valle in valle. Fosse una femmina con prole sarebbe più semplice trovarla, perché predilige rimanere in un determinato posto».
Per ora non è scattata alcuna ordinanza: «Firmerò quella di cattura e abbattimento dopo aver letto il parere di Ispra», l’Istituto superiore protezione e ricerca ambientale. «Parere obbligatorio ma non vincolante — ricorda Fugatti — che spero possa arrivare in tempi brevi». La richiesta di parere non è ancora stata inviata, per dare il tempo ai dirigenti dei Servizi provinciali di istruire una pratica con la ricostruzione esatta dell’accaduto e le informazioni sull’esemplare colpevole dell’aggressione: «Dal momento dell’invio della richiesta potrebbero passare quindici giorni, un mese». E rispetto a quanto spiegato ieri prudentemente dalla Provincia sulle fasi di cattura e abbattimento, Fugatti descrive vie più rapide. Dai Servizi faunistico e foreste, all’indomani dell’annuncio di Fugatti di voler procedere con l’abbattimento dell’esemplare problematico, è stato infatti spiegato così l’iter da seguire: «La cattura serve per verificare l’identità del soggetto mediante analisi genetica di un campione biologico, durante la quale l’animale non può essere trattenuto. Viene quindi immediatamente rilasciato con radiocollare. Questo consente anche il monitoraggio intensivo del soggetto liberato. Una volta confermata l’identità del soggetto, questo potrà essere localizzabile per dare esecuzione alla decisione del presidente nelle modalità che saranno definite al momento opportuno». Ieri Fugatti ha abbreviato i tempi: «Va catturato, identificato e se è lui si provvede subito all’abbattimento».
Una decisione che ha suscitato subito le reazioni del mondo ambientalista, da Oipa e Wwf che minacciano le vie legali per bloccare le eventuali ordinanze di captivazione e soppressione del plantigrado. Oggi è l’Ente protezione animali di Rovereto che interviene, appellandosi addirittura all’Europa: «È necessario che l’Europa sappia quanto sta accadendo ai danni della popolazione ursina del Trentino, in contrasto con la Convenzione di Berna e la direttiva Habitat. Oltre alla lettera ad Ispra, con cui chiariamo l’assurdità della decisione di abbattimento, stiamo raccogliendo tutti i dati e gli elementi utili a circoscrivere l’accaduto, e li riferiremo in sede europea, per i necessari accertamenti, per contrastare ogni pericoloso tentativo di attacco alla Convenzione di Berna e alla direttiva Habitat, garanti della tutela della biodiversità e dell’ambiente. Dopo 18 anni trascorsi tenendosi lontano dalle persone — spiega la presidente dell’associazione ambientalista Ivana Sandri — l’orso Mj5 si trova di colpo, inaspettatamente e involontariamente faccia a faccia con il più grande pericolo per lui e tutti i suoi simili: dietro una curva cieca del sentiero che stava percorrendo in alta montagna in Val di Rabbi, incappa in un uomo con il cane. Un’accoppiata spaventosa per i plantigradi, che lo costringe a reagire, per allontanare quello che percepisce come pericolo mortale». E a questo punto la presidente di Enpa prosegue ricostruendo l’accaduto: «Una reazione controllata — osserva Sandri — contenendo la sua immane forza fisica, con un falso attacco messo in atto a fini esclusivamente per difendersi, per salvarsi da un pericolo imminente. Non appena l’orso si accorge che l’uomo non rappresenta più un pericolo, scappa».
E anche Legambiente dice la sua. «Ancora una volta — commenta Antonio Nicoletti responsabile nazionale aree protette e biodiversità dell’associazione — la Provincia autonoma di Trento prende una decisione autonoma e illegittima che non le compete. Non spetta, infatti, alla Provincia decidere che tipo di intervento mettere in campo, tanto meno quello di condannare a morte un orso, come sta accadendo per l’esemplare MJ5 che ha aggredito nei giorni scorsi un uomo in Val di Rabbi. Maurizio Fugatti intende quindi intervenire, ma tale decisione non spetta a lui, bensì all’Ispra, che deve esprimere un parere nel merito, poi l‘ultima parola sarà del Ministero dell’Ambiente». Nicoletti continua affermando che «ben venga il monito arrivato ieri dallo stesso dicastero dell’Ambiente che ha ricordato il ruolo dell’Ispra, alla quale chiediamo di esprimersi al più presto». E ancora: «Siamo convinti che la condanna a morte di un orso rappresenti sempre una sconfitta sia per l’uomo sia per il lavoro di gestione e di tutela che viene messo in campo anche attraverso i progetti Life».