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sabato 18 Marzo, 2023

Oltre 300 arresti in Francia per le proteste sulla riforma delle pensioni

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Ieri mattina invece è scattato il blocco della tangenziale nella capitale francese da parte di circa 200 manifestati organizzati dall'Unione dipartimentale della CGT Parigi, il principale sindacato

Sono 310, di cui 258 a Parigi, le persone arrestate in Francia dopo le manifestazioni scoppiate in seguito all’approvazione della riforma delle pensioni senza il voto del Parlamento. Lo ha annunciato il ministro dell’Interno Gerald Darmanin intervenendo ai microfoni di Rtl. «L’opposizione è legittima, manifestare è legittimo, il caos non lo è», ha sottolineato il ministro.
Giovedì pomeriggio a Place de la Concorde a Parigi è andata in scena una manifestazione che era stata inizialmente vietata dalla questura prima di essere autorizzata in un secondo momento. In serata a Parigi la situazione è degenerata tra tafferugli e cariche della polizia. Anche ieri nella stessa piazza la polizia, riporta Le Monde, ha utilizzato i lacrimogeni per tentare di allontanare i circa 2.500 manifestanti presenti che avevano tentato di lanciare oggetti contro gli agenti in tenuta antisommossa. Arrestate altre 11 persone.
Ieri mattina invece è scattato il blocco della tangenziale di Parigi a Porte de Clignancourt da parte di circa 200 manifestati organizzati dall’Unione dipartimentale della CGT Parigi, il principale sindacato francese.
Sul fronte politico, i deputati del gruppo indipendente Liot hanno presentato all’Assemblea nazionale una mozione di censura trasversale contro il governo della premier Elisabeth Borne, con 91 firmatari di cinque gruppi politici di opposizione, tra cui Nupes, la coalizione di sinistra guidata da Jean-Luc Mélenchon. Anche il gruppo Rn di Marine Le Pen intende presentare una mozione di censura, ma è probabile che la mozione di Liot, un piccolo gruppo indipendente senza un chiaro colore politico, riunisca il maggior numero di oppositori, spiega Le Figarò. Per far cadere il governo, la mozione avrebbe bisogno della maggioranza assoluta dell’Assemblea nazionale, ovvero 287 voti. Un numero difficile da raggiungere, in particolare senza il sostegno dei Repubblicani, che non sono tra i firmatari della mozione. «Viviamo più a lungo e rimaniamo in salute più a lungo, quindi dobbiamo accettare che dobbiamo lavorare un più a lungo», ha detto ieri il segretario generale dell’Ocse, Mathias Cormann, dopo una domanda sulla riforma delle pensioni in Francia.