L'iniziativa
domenica 19 Marzo, 2023
di Benedetta Centin
A distanza di esattamente una settimana ecco un nuovo blitz allo stadio dei 100%Animalisti contro la decisione della Provincia di Trento di abbattere l’orso Mj5 che il 5 marzo ha aggredito un uomo in val di Sole.
Domenica scorsa, 12 marzo, la prima iniziativa a Sesto San Giovanni, con gli attivisti che avevano atteso l’arrivo del pullman del Calcio Trento e si erano parati davanti al mezzo srotolando dei maxi striscioni. «Ac Trento prendi posizione! Coraggio! (con il simbolo di una zampa). Giù le mani dagli orsi!» il messaggio.
All’alba di oggi, 19 marzo, una nuova azione, «per ribadire e chiedere alla società A.C. Trento di prendere posizione, di dissociarsi dalle scelte crudeli della giunta provincia autonoma di Trento». I militanti di 100%Animalisti si sono mossi a Verona, dove il Calcio Trento scenderà in campo, ospite della Virtus Verona. Gli attivisti all’alba hanno affisso sui cancelli dello stadio Gavagnin – Nocini a Verona uno striscione in difesa degli orsi uccisi e minacciati di morte in Trentino. «Ac Trento dissociati! Giù le mani dagli orsi» quanto riportato sul telo bianco. Sui social poi anche il video del blitz e l’ulteriore messaggio: «Ricordiamo a tutti trentini e al loro presidente: gli animali liberi non sono di loro proprietà, di cui possono disporre al proprio uso, ma sono patrimonio comune di tutti. E soprattutto sono creature viventi e senzienti, che hanno diritto di vivere al sicuro. Allo stesso modo non è di loro proprietà nemmeno la montagna, patrimonio dell’umanità, dove hanno la fortuna (senza merito) di abitare, e che è stata rovinata dagli speculatori di ogni tipo (turismo, edilizia, disboscamenti)». E ancora: «I politici trentini sono l’espressione dei peggiori speculatori, oltre ad esser succubi della lobby dei cacciatori, che detta legge in regione. Pensiamo sarebbe da riconsiderare la famosa “Autonomia” di cui il Trentino gode, ma di cui dimostra di non fare buon uso»
novità
di Redazione
Le caratteristiche di questa stanza consentono di mettere a proprio agio persone vulnerabili, nella delicata fase di narrazione e ricostruzione dei fatti subiti, soprattutto se ancora in fase pediatrica