Elezioni 2023
venerdì 24 Marzo, 2023
di Redazione
Si è riunito ieri sera il tavolo del centrosinistra, ma ancora una volta la fumata è nera come da previsioni della vigilia. Ora la coalizione si rivedrà probabilmente domenica, lasciando che in queste ore la diplomazia sotterranea operi per una soluzione unitaria, partendo dalla proposta sul tavolo della candidatura di Francesco Valduga, sindaco di Rovereto. Anche se, ufficialmente, ieri si è concordato che non ci sono candidature precostituite e che la valutazione dei profili sarà affidata a un comitato interno alla coalizione.
Il nome del leader doveva essere fatto a gennaio, così avevano assicurato. Siamo ora a fine marzo, di mezzo c’è stato il congresso del Pd che ha congelato ogni decisione. E ancor prima di trovarsi tutti riuniti con le delegazioni delle forze politiche e con il nuovo segretario dem, il dibattito sui nomi si è fatto sui giornali. Facendo emergere spinte centrifughe.
Al centro del dibattito il nome di Valduga, su cui puntano forte Campobase (che lo ha proposto), Pd e Futura, ma su cui altri partiti della coalizione sollevano qualche perplessità. Nome al centro del dibattito anche ieri sera, quando nella sede del Pd si sono riunite tutte le delegazioni. Oltre ai dem — con il segretario Dal Ri e la presidente Arianna Miorandi — Futura con Federico Zappini e Claudia Merighi, Europa Verde con Marco Boato e i portavoce Andreas Fernandez e Lucia Coppola, Campobase con il segretario Michael Rech e Paolo Piccoli, gli esponenti di Casa Autonomia Eu Paola Demagri e Michele Dallapiccola, i socialisti di Alessandro Pietracci, i radicali di +Europa rappresentati da Fabio Valcanover, Sinistra Italiana con Renata Attolini e Jacopo Zannini. E c’erano anche gli esponenti del Terzo polo, per Italia Viva Donatella Conzatti e per Azione Mario Raffaelli e Andrea Cavazzani.
Una pletora che non è però riuscita a mettersi d’accordo su un nome, sul leader della coalizione, sul profilo di sintesi che dovrà portare alta la bandiera della coalizione alle elezioni del prossimo ottobre con l’obiettivo di vincerle, per strappare il governo al centrodestra che siede nel palazzo della Provincia dal 2018.
Nulla di fatto, nemmeno questa volta. E che sarebbe stata l’ennesima fumata nera lo si è capito fin dal pomeriggio di ieri: «Sarà un confronto lungo — spiegava il segretario dem Dal Ri — introdurrò io i lavori descrivendo il percorso che abbiamo intrapreso fin dalla costituzione della coalizione che alle Politiche ha eletto a Roma Piero Patton, percorso che si è interrotto e che ora ricomincia. Dirò al tavolo che il Pd mi ha dato un mandato largo». Precisando — e questa è forse la novità — che non c’è nessuna intenzione di imporre un nome. Certo — aggiungeva ieri — dovrò dire che l’assemblea del Pd ha dato indicazione di preferire il sindaco di Rovereto Francesco Valduga, ma al tavolo ci sono altre proposte e tutte saranno vagliate».
Quello che ha chiesto il segretario dem alla coalizione è infatti un dibattito, un confronto: «Senza però porre veti. Nessuno impone nessuno ma nessuno deve porre veti». E come si potrà arrivare ad una decisione? «Convergendo sul nome che è maggiormente condiviso». Ovvio che per il Pd è quello di Valduga, su cui si riconoscono Campobase e Futura, e dopo un incontro tra il sindaco di Rovereto e Valcanover, anche +Europa. Ma c’è Casa Autonomia da considerare, che non toglie dal tavolo la candidatura di Paola Demagri, e non può essere ignorata la contrarietà al nome di Valduga di Europa verde e Terzo polo, con quest’ultima forza che ha minacciato di abbandonare la coalizione se si continuasse sull’ipotesi di Valduga presidente. Ma con la prospettiva, da parte dei proponenti di Valduga, di cercare di isolare la posizione del Terzo polo per poi individuare una mediazione. Lo stesso Valduga, prima reticente, ha cominciato a tessere la tela per poter riassorbire il dissenso. Se ci riuscirà lo stabiliranno le prossime ore in cui il centrosinistra vorrebbe chiudere per avviare la campagna elettorale quando il centrodestra è ancora diviso al suo interno, con Fratelli Italia ufficialmente fuori dalla coalizione pro Fugatti e a sostegno di Francesca Gerosa.