italia

venerdì 24 Marzo, 2023

Meloni in Consiglio europeo chiede passi avanti sui migranti. Von der Leyen: «Più ingressi di lavoratori da Paesi terzi»

di

La strategia della premier è tenere il fiato sul collo sull'UE e registrare progressi sui partenariati coi Paesi terzi, rimpatri, gestione delle frontiere e lotta ai trafficanti

Spporto a Kiev con munizioni e armi, patto di stabilità, transizione energetica ma soprattutto migranti. Tanti i temi su cui discute il Consiglio europeo ma è uno in particolare a cui la premier Giorgia Meloni punta per tornare a Palazzo Chigi con qualche risultato concreto. Già entrando a Palazzo Europa, ieri, la leader di Fratelli d’Italia ha voluto premere sul tema che è stato il suo cavallo di battaglia allo scorso Consiglio straordinario del 9 febbraio. «Mi aspetto passi in avanti nel dossier migranti, che verrà aggiornato con una relazione della presidente della Commissione, che racconterà dei passi concreti sulla base delle conclusioni» dello scorso vertice, ha esordito la premier, dicendosi «soddisfatta dalla bozza di conclusioni» anche per il riferimento alla richiesta alla Commissione di «procedere spedita» per il rimando «sullo stato di verifica di queste misure a un altro Consiglio europeo».
Insomma, per il governo italiano, anche se al tema è dedicato solo un breve paragrafo nelle conclusioni, a contare è il rimando alla relazione di Ursula von der Leyen, con tanto di cifre e azioni, che fanno seguito a quanto deciso dai leader un mese e mezzo fa. Poi c’è l’impegno dei leader a tornare sull’argomento su base regolare, ovvero al Consiglio di giugno già programmato, a meno che non si decida di convocarne un altro straordinario a maggio, come ipotizzano alcune fonti europee. In ogni caso, la strategia è tenere il fiato sul collo della Commissione europea e registrare i progressi sui partenariati coi Paesi terzi, i rimpatri, la gestione delle frontiere e la lotta ai trafficanti.
Per la premier, «il tema della migrazione è considerato oggi centrale, se vogliamo impensabile fino a qualche mese fa» e questa «è un’ottima notizia». Non essendoci state nuove conclusioni da approvare, al termine della relazione di Von der Leyen, era previsto un giro di tavolo con alcune reazioni dei leader, ma, a quanto si apprende, il numero degli interventi è andato aumentando. Intanto, nella prima sessione del Consiglio, la presidente della Commissione Ue ha espresso la necessità di «incrementare il numero di ingressi regolari di lavoratori da Paesi terzi» e menzionato «l’esperienza estremamente positiva dell’Italia sui corridoi umanitari». In ballo c’è anche la situazione della Tunisia, una polveriera che potrebbe esplodere con un collasso economico e che provocherebbe un nuovo flusso di migranti.
La commissaria Ue agli Affari interni, Ylva Johansson, ha annunciato che ad aprile si recherà nel Paese assieme al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e forse con l’omologo francese Gérald Moussa Darmanin, anche per discutere dei «percorsi legali» su cui occorre investire. «Stiamo lavorando a stretto contatto con l’Italia e c’è una buona cooperazione».
Di tutt’altro avviso è la leader del Partito democratico, Elly Schlein, che da Bruxelles respinge la narrativa del governo. «Rivendicano una centralità per due righe che non dicono niente di concreto», ha affermato dopo aver partecipato al prevertice del Partito socialista europeo e aver incontrato i commissari Gentiloni e Timmermans. Per la giovane segretaria Dem la celebrazione del governo sul tema migranti in Europa «non è la strada giusta, perché fanno le domande sbagliate all’Unione europea». Dovrebbero invece chiedere «una maggiore condivisione delle responsabilità sull’accoglienza», è la sua tesi, e il superamento del regolamento di Dublino, che il Parlamento europeo «aveva provato a cambiare nella scorsa legislatura senza il contributo della destra» rimarca Schlein. E poi «chiedere una missione europea di ricerca e soccorso in mare, una “Mare nostrum” targata Ue, perché dove non arrivano purtroppo le motovedette della Guardia costiera e le organizzazioni non governative vediamo ancora tragedia e stragi in mare».