ELEZIONI PROVINCIALI 2023
giovedì 30 Marzo, 2023
di Donatello Baldo
Potrebbe rivelarsi una proposta costruttiva, oppure distruttiva. Non sembra ci sia la via di mezzo questa volta. La decisione di calare sul tavolo della coalizione la carta di Alberto Faustini — proposto da Europa verde e Terzo polo — ha infatti spiazzato tutti, e infastidito molti. Se da parte dei promotori c’è la volontà di superare le divisioni sul nome di Valduga per arrivare così a una più ampia convergenza su Faustini, da parte di chi sostiene fin dall’inizio il sindaco Valduga c’è invece il timore che questa sia solo una tattica, un ciurlare nel manico per portare l’Alleanza democratica e autonomista fino all’esaurimento. Un incaponirsi di alcune forze da sempre contro la soluzione del sindaco di Rovereto che allo scadere del termini della decisione — fissata per la prossima domenica — fanno uscire dal cilindro il famoso coniglio. Una magia, un gioco di prestigio, un’illusione. Quella di convincere Pd e Futura, ma anche le altre forze del centrosinistra, che il direttore dell’Alto Adige, ex direttore dell’Adige e del Trentino fino a un anno prima della sua drammatica chiusura possa rappresentare le istanze politiche e ideali della coalizione.
«La candidatura di Faustini — scrive il leader di Azione Mario Raffaelli — è stata posta sul tavolo nel tentativo di superare lo stallo creatosi all’interno della coalizione e per provare a evitare una rottura dell’Alleanza democratica e autonomista». Alberto Faustini rappresenta per Raffaelli, e quindi anche per il verde Marco Boato che assieme a Raffaelli lo ha proposto al tavolo della coalizione «una candidatura che per l’area culturale di appartenenza e per il profilo personale non può essere di parte ma punto di equilibrio e di sintesi». Un nome «in cui tutta la coalizione potrebbe e dovrebbe riconoscersi». E infine, l’appello: «Al senso di responsabilità perché non vada sprecata questa opportunità».
Un appello che in casa Pd ha provocato molta irritazione. Proprio per quella parola — «responsabilità» — che i dem non riconoscerebbero più a Verdi, Azione e Italia viva, proprio per essere arrivati all’ultimo con un nome che viene contrapposto al candidato su cui tutte le altre forze erano pronte alla convergenza. Anche Casa Autonomia, che infatti martedì sera aveva ritirato la propria candidatura di bandiera, quella di Paola Demagri.
La mossa di Boato e di Raffaelli ha provocato un rafforzamento delle altre forze su Valduga. Anche Sinistra italiana, che con Europa Verde è in alleanza a livello nazionale, prende le distanze, tanto che in una riunione congiunta non ha dato il via libera alla proposta «anche a nome nostro». E nemmeno l’altro nomi «in pectore» all’ex senatore ecologista ha avuto il benestare, quello di Paolo Piccoli. Boato, durante l’ultimo tavolo ristretto del centrosinistra, ha infatti informato che aveva chiesto la disponibilità alla candidatura anche all’attuale presidente del Consiglio comunale del capoluogo. Ma a stoppare la proposta ci ha pensato subito Campobase con il suo segretario Michael Rech: «Noi tutti, e anche Piccoli, sosteniamo Francesco Valduga».
Oggi il tavolo si incontrerà di nuovo. E a questo punto i nomi sul tavolo sono solo due, Valduga e Faustini, mentre quello di Donatella Conzatti è di bandiera, e tornerà utile soltanto nel caso il Terzo polo decida di uscire dall’Alleanza per andare da solo alle elezioni. Una possibilità che a questo punto è molto più concreta, perché i sostenitori di Valduga, persa la pazienza come hanno fatto capire in molti modi in queste ore, potrebbero chiedere di chiudere a maggioranza. E chi ci sta bene, gli altri facciano pure. Azione e Italia viva potrebbero abbandonare il tavolo e la coalizione, più difficile la posizione di Europa Verde che fuori dal centrosinistra avrebbe grandi difficoltà a sopravvivere.