La tragedia
sabato 1 Aprile, 2023
di Ubaldo Cordellini
Sono vissute e sono morte come fantasmi. Invisibili e sole. Tanto sole da essere trovate dopo settimane, chiuse a chiave in casa. Avvolte da un olezzo maleodorante che è stata l’unica cosa che ha spinto i vicini a dare l’allarme. Ieri nel primo pomeriggio i vigili del fuoco hanno trovato in un appartamento al terzo piano di un condominio Itea in via Petrarca 68 i cadaveri di due donne, madre e figlia, Filomena Antonacci, 82 anni, e Franca Bernabè, 55 anni.
L’alloggio era chiuso a chiave dall’interno. Le due donne erano visibilmente morte da parecchi giorni. Tre settimane la figlia e dieci giorni la madre, diranno gli accertamenti successivi. Una tragedia della solitudine, ma anche dell’indifferenza come ha spiegato il sindaco di Pergine Valsugana Roberto Oss Emer, a giudicare dai deodoranti trovati accanto al portoncino dell’alloggio.
Fin dai primi accertamenti sui cadaveri delle due donne è emerso che non c’era alcun segno di violenza. Elemento che, associato al fatto che l’appartamento era chiuso dall’interno, ha fatto escludere la morte violenta delle due, quindi non si sarebbe trattato né di duplice omicidio, né di omicidio suicidio. Ulteriori esami da parte del medico hanno accertato che la prima a morire sarebbe stata la figlia, Franca Bernabè, che è stata trovata in cucina riversa su se stessa. La madre, Filomena Antonacci, è stata trovata in camera da letto, anch’essa a terra.
Un quadro terribile quello emerso dagli esami. Secondo il medico la prima donna sarebbe morta circa tre settimane fa per un infarto. La madre che si muoveva a fatica, una decina di giorni dopo. Di stenti. Non era in grando nemmeno di chiedere aiuto e, forse si è lasciata andare.
Una fine tragica per la vita delle due donne che, almeno negli ultimi anni, non erano state di certo fortunate. Avevano un solo parente conosciuto, il figlio della più anziana e il fratello della più giovane che vive e lavora all’estero e che, a quanto pare, non aveva molti rapporti con le due donne.
Vivevano in condizioni di estremo degrado. Entrambe avevano grossi problemi di salute. Erano seguite dai servizi sociali, ma a quanto pare facevano molta resistenza e non erano molto disponibili ad accettare gli aiuti esterni.
L’ultima visita dei servizi sociali in casa risale al 6 marzo scorso. Da allora, le due donne sembrano come essere stata ingoiate dal nulla, dalla tenebre che le ha circondate in tutti questi anni. Erano come due fantasmi. Anche per i vicini che non si sono accorte molto di loro quando erano in vita. E neanche quando sono morte. Si sono accorte solo della puzza. Dell’odore nauseabondo e tremendo della morte. Così le due donne sono state trovate. Il sindaco Oss Emer spiega che non avevano amici o parenti a Pergine e neanche in Trentino. Però, aggiunge che è «inconcepibile come possano essere state trovate così tanti giorni dopo la loro morte».
In questi casi un trito luogo comune parla di tragedia della solitudine. Forse sarebbe meglio parlare di tragedia dell’indifferenza. Due donne sono morte come sono vissute: sole. Senza che nessuno si preoccupasse di loro. Senza che qualcuno abbia sentito il bisogno, almeno morale, di suonare al loro campanello per chiedere come stessero.