Economia
sabato 1 Aprile, 2023
di Redazione
Grande ritorno dello sci, degli ospiti stranieri, di raduni ed eventi. Sono questi gli elementi più interessanti che emergono, in Val di Fassa, alla fine della stagione invernale 2022-2023, che si concluderà ufficialmente l’11 aprile: ultimo giorno d’apertura di piste e impianti. Un inverno che si dimostra da record, secondo arrivi e presenze (dicembre-febbraio: + 9,3% arrivi + 12,1% presenze rispetto a 2021-2022) ma anche altri dati rilevati dall’Apt Val di Fassa e diffusi ai soci in questi giorni in una relazione, che prende in considerazione attività e progetti svolti tra dicembre e primi di marzo.
Il 22-23 supera, per qualche punto percentuale di presenze italiane e straniere, pure l’inverno migliore di sempre, ovvero il 2019-2020 (interrotto repentinamente a marzo per la pandemia).
«Il grande ritorno degli stranieri sugli sci, in particolare polacchi, tedeschi, danesi e svedesi oltre alla conferma del mercato italiano – dice Paolo Grigolli, direttore di Apt Val di Fassa – è un segnale significativo. Ma lo sono anche le attività “oltre lo sci” sempre più richieste. Il che significa, per la nostra area prodotto, analisi e progetti su percorsi e passeggiate invernali, ciaspole e altre idee che stanno maturando». Soddisfazioni arrivano anche dalla nuova piattaforma Fassa.com e dalle campagne digital che hanno supportato il periodo pre-natalizio e le offerte più peculiari del territorio: sci, natura d’inverno, rifugi gourmet, family, Dolomites landscape e benessere. «Abbiamo finalmente messo a terra un investimento importante sulla piattaforma digital, inaugurata il 12 ottobre. Ora, grazie all’operatività dell’inverno, possiamo sia chiudere il funnel di informazioni, sia valutare statistiche e misurazioni dell’interazione del nostro ospite con il territorio».
Una stagione positiva che, però, non nasconde alcune criticità: «Celebriamo l’inverno dei record, ma dobbiamo ricordare che abbiamo perso mercati importanti a causa della guerra: ospiti russi e ucraini rappresentavano circa 100.000 presenze. C’è poi una grande incertezza rispetto al climate change, che quest’inverno ha caratterizzato, per poca neve, le Alpi occidentali, Francia e Svizzera, e in parte l’Austria, e che per noi è un campanello d’allarme. Facciamo, poi, i conti con l’annoso problema della mobilità valligiana, al centro di una dinamica infrastrutturale non facilmente risolvibile».
La conclusione dell’inverno rimanda, naturalmente, alle previsioni per la prossima estate per cui l’Apt è già al lavoro: «Ci prepariamo a vivere una stagione estiva importante, come indicano diversi segnali, partendo sin dai primi di giugno con iniziative interessanti e, quindi, anticipando i trend. Ma ci concentriamo pure sull’autunno, che prolunga l’estate anche con il concetto di bella stagione».
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