la vittima
venerdì 7 Aprile, 2023
di Enrico Callovini
Un paese avvolto da un silenzio glaciale. Un comune in lutto, sconvolto e arrabbiato per la scomparsa, prematura, di Andrea Papi, il giovane (aveva compiuto 26 anni lo scorso 25 gennaio) runner di Caldes trovato morto nel bosco sopra casa, sul Monte Peller, a pochi metri da Malga Grum, dove era andato per una delle sue solite corse in montagna. Una notizia inaspettata quanto terribile, che ha lasciato senza parole la comunità di Caldes e non solo. «Siamo tutti sconvolti – ha detto il sindaco, Antonio Maini -. Perdere un ragazzo così giovane in questo modo è spaventoso. Con Andrea ci conoscevamo bene, anche perché ormai sono sindaco da 12 anni e con lui, che era un ragazzo molto attivo, interagivo spesso per diverse questioni. La sua scomparsa è un enorme peso per la famiglia (ha anche una sorella più giovane, ndr) così come per la comunità, che perde un pezzo importante. Ora sono in corso le indagini ma io mi sento di ringraziare tutti per l’imponente macchina del soccorso che si è data da fare per ritrovare Andrea. La cosa fondamentale, e l’abbiamo fatto, era stare vicino alla famiglia in un momento così drammatico. Sono stato con loro tutta la notte e anche la comunità ha voluto far sentire la propria presenza». Una vicinanza e una presenza non solo morale, ma anche fisica. Sin dalle prime ore del mattino di ieri, infatti, nella casa di Caldes, si sono radunate decine di conoscenti per porgere le condoglianze e per passare un po’ di tempo con i familiari, ancora sconvolti e increduli da quanto accaduto. Una fila di persone, in rigoroso silenzio, che dalla porta di ingresso dell’abitazione arrivava fino a metà strada. Una scena che mette in luce quanto ben voluto fosse il giovane. «Sinceramente non so proprio cosa dire – racconta Nicolas Daprà, uno dei suoi amici più stretti -. Andrea era davvero una grandissima persona, con una forza immensa. Era un ragazzo che amava tutto quello che faceva. La sua vita è stata spezzata troppo presto».
Ragazzo giovane, attivo e grande appassionato di sport. Andrea, anche mercoledì, era partito alla volta di Malga Grum per una delle sue classiche corse in montagna. «L’ho visto partire intorno alle 16 – racconta Marco, un anziano compaesano di Andrea -. Dalla piazza, dove abito, l’ho visto correre con i suoi pantaloni corti come una scheggia lungo la strada che porta alle Contre (da dove è partito in direzione malga). Purtroppo, però, non è più tornato. Quando è calato il buio abbiamo visto il monte completamente illuminato, è stata una notte molto movimentata. Siamo davvero tutti distrutti perché era un ragazzo conosciuto e ben voluto dalla nostra comunità e non solo». Come emerge dalle parole dei suoi conoscenti, la corsa in montagna era la sua più grande passione. Uno sport che lo aveva portato a legare con altri appassionati, come Renato Daprà, corridore e amico di Andrea. «Ciao Andrea. Stamattina pensavo di andare – si legge nella lettera scritta da Renato -. “Andare”, dico sempre. Se vuoi andare devi andare quando puoi andare. Ma non ce l’ho fatta, non stamattina. Quante volte abbiamo detto che era solo una questione di tempo? Quante volte ho anche detto che dover rinunciare al bosco di fronte a casa era ed è seccante e ingiusto? In quella zona può capitare a chiunque, comprese famiglie e bambini. È successo ad Andrea e io ho il cuore a pezzi. Il dolore è più forte della rabbia. Ciao Andrea». Ma la corsa, però, era solo una dei tanti hobby di un ragazzo che, da poco, si era laureato a Ferrara in Scienze Motorie. Un modo, questo, per approfondire l’amore per lo sport in una veste più professionale. Il suo sogno, infatti, era riuscire a trovare un’attività che gli permettesse di sfruttare gli studi. Proprio durante il percorso universitario, Andrea, aveva trascorso un anno nella Rotaliana (società calcistica di Mezzolombardo), dove aiutava il settore giovanile nella preparazione atletica). «Era un ragazzo d’oro che ci ha lasciato troppo presto – racconta Flavio Baggia, dirigente della Rotaliana -. Quando mia moglie mi ha dato la notizia non ci volevo credere. Qualche anno fa è venuto, tramite stage universitario, a dare una mano ai giovani calciatori. Era davvero apprezzato perché non si tirava mai indietro, faceva di tutto ed era sempre pronto a porgere la mano al prossimo. Ma anche al di fuori del calcio il rapporto era ottimo, se ci trovavamo in giro per strada a Caldes ci andavamo a prendere un caffè. Mancherà a tutti quanti».
Andrea era uno sportivo a tutto tondo, che oltre alla corsa amava anche la palestra, come ricorda bene Giuliano Bonomi, amico da oltre 10 anni. «Aveva 15-16 anni la prima volta che l’ho visto in palestra – le sue parole -. Da quel momento è partita un’amicizia unica, mi ha seguito ovunque, io come il suo fratellone lui come il mio fratellino. Ci siamo allenati nel mio garage, in palestra, abbiamo gareggiato in giro per il Trentino. Grazie al suo aiuto e alla sua passione abbiamo messo in piedi anche corsi di workout e boxe. Sono sicuro che si farà valere anche da lassù».
Sport, amici e non solo. Andrea, infatti, come nel tempo libero, era la stessa, genuina persona anche a lavoro. E questa sua bontà d’animo è emersa anche nell’ultima esperienza lavorativa, alla macelleria «Carni e Salumi» di Croviana, a pochi chilometri da casa sua. «La persona che mi porta il pane tutte le mattine oggi mi fa: “mi dispiace per il tuo ragazzo” – ricorda Franco Anselmi, titolare della macelleria -. Io, inizialmente, non capivo a chi si riferisse ma poi ho scoperto. Non riesco ancora a crederci, è una notizia terribile che ci lascia tutti sconvolti. Andrea era un ragazzo eccezionale, che faceva tutto quello che gli veniva chiesto. Anche per la nostra macelleria era un tuttofare, mi aiutava con le consegne e non solo. Sono cose che non dico solo io, ma tutti: anche i colleghi, infatti, hanno sempre riconosciuto questa sua gentilezza».