L'omelia

domenica 9 Aprile, 2023

Don Tisi: “Pasqua racconta il nostro desiderio di trovare una traccia di luce”

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L'arcivescovo ha parlato delle “tenebre dell'ora presente”, di "solitudine" e "violenza sulle donne": del runner ucciso dall'orso a Caldes, di mamma e figlia trovate morte dopo settimane a Pergine, del tentato omicidio ad Arco

Ha parlato della guerra in Ucraina, delle “tenebre dell’ora presente”, della “guerra che insanguina l’intera umanità”, ma anche passato in rassegna i molti fatti di cronaca che hanno sconvolto il Trentino nelle ultime settimane e negli ultimi giorni l’arcivescovo di Trento Lauro Tisi nell’omelia di Pasqua celebrata in cattedrale. Ha parlato di “solitudine che abita in tante case e di cui in queste settimane la comunità trentina ha fatto esperienza in modo tragico” in riferimento alla doppia tragedia di Pergine Valsugana, quella di mamma e figlia – Filomena Antonacci, di 82 anni, e Franca Bernabè di 55 – trovate morte in casa dopo settimane. E, ancora dell’ “oscura pagina vergata dal dolore che racconta la vita di tante famiglie assalite dalla morte improvvisa dei propri cari”. In particolare il sacerdote ha fatto sua “l’angoscia dei genitori di Andrea e di tutta la comunità di Caldes”, in riferimento ad Andrea Papi, il runner di 26 anni ucciso dall’orso mercoledì pomeriggio nel bosco vicino casa. Lo stesso Tisi dal pulpito ha avuto un pensiero anche per quanto accaduto sempre mercoledì scorso ad Arco, dove Gaetano Piro ha aggredito con un mattarello l’ex compagna (ancora molto grave) e la sorella di lei prima di togliersi la vita. “Drammatica e apparentemente senza fine la violenza sulle donne che in queste ore ci vede in apprensione per le vittime dell’ennesimo dramma consumatosi in Trentino”.
Per Don Lauro “Pasqua racconta il nostro desiderio di trovare una traccia di luce, un appiglio per far fronte alle tenebre dell’ora presente”.
Alle tenebre, così come al buio che adombra i seguaci di Gesù dopo la sua morte, fa da contraltare la scoperta della pietra spostata dal sepolcro. “Indizi del sepolcro aperto – attualizza don Lauro – sono le nostre comunità, istintivamente capaci di stringersi attorno a chi è visitato dalla morte: lo abbiamo sperimentato, in questi mesi, in tante occasioni. Sepolcro aperto sono le “tante biografie nascoste intrise di dedizione gratuita”, le “stanze dei nostri hospice”, gli “occhi dei nostri giovani proiettati sul futuro” e “capaci di offrire a tutti una lezione di speranza”.
Affinché la Pasqua sia autentica, monsignor Tisi invita a considerare “i gesti pasquali di Gesù. Su tutti, la mitezza del suo morire, lontano dall’odio, che riserva ai crocifissori solo compassione e tenerezza”. Gesti che, a detta dell’Arcivescovo, “rivelano un amore “altro”, un amore diverso, che scardina le porte della morte”. “A noi che, nonostante i segni pasquali, fatichiamo a dar credito al Risorto, venga in soccorso – conclude don Lauro – il vento leggero dello Spirito Santo per ricordarci che Dio è luce gentile e ci accosta in punta di piedi per tutelare la libertà del nostro sì”.
Tra coloro che hanno detto il loro “sì” alla prospettiva cristiana, i tre catecumeni adulti, tutti di nazionalità italiana, ai quali l’arcivescovo Lauro ha conferito il battesimo nella veglia Pasquale di sabato sera in Duomo.