La lettera
martedì 11 Aprile, 2023
di Benedetta Centin
Il dolore per mamma Franca Ghirardini è «immenso», le «devasta l’anima» come «devasta il sapere che Andrea è stato in balia dell’orso» ammette la donna. E quanto avvenuto è di una tragicità tale che, spiega la trentina, «non riusciamo a capacitarci e a farcene una ragione». Ma ci sono anche altre emozioni che prendono il sopravvento per i parenti, orfani di un ragazzo splendido, Andrea Papi, «reo» solo di essere andato a correre nella strada forestale che si dipana dal paese. «Sappiate che noi siamo arrabbiati e indignati» fanno sapere i familiari. Che vogliono, o meglio pretendono giustizia. «Io e tutta la mia famiglia lotteremo fino alla fine per rendere giustizia al mio Andrea» le parole della mamma, la determinazione e la grinta di una leonessa, cosciente di aver subito un’ingiustizia, senza più il suo ragazzo, ucciso dalla furia di un orso a cui si darà ora la caccia.
«Non abbassate la guardia»
È tutto nella lettera che mamma Franca ha scritto di getto e «di pancia» sul quaderno in cui il figlio si appuntava di volta in volta gli allenamenti fatti in palestra e all’aria aperta, appassionato di sport quale era. Lettera che la donna leggerà domani in chiesa a Caldes, durante i funerali. Scritto in cui avanza specifiche istanze. «Chiedo a tutte le popolazioni che vivono nei territori di montagna e alle amministrazioni di far sentire la loro voce e di non abbandonarci e di non abbassare la guardia, perché — continua Ghirardini — io e tutta la mia famiglia lotteremo fino alla fine per rendere giustizia al mio Andrea». La famiglia quasi lo implora. «Non dimenticate. Dobbiamo ridare ad Andrea la sua dignità». Perché, è il messaggio, la morte di Andrea non sia stata vana e possa essere servita a qualcosa. Ad evitare che riaccada.
L’istanza a Provincia e Stato
L’appello rivolto a Meloni, nella missiva di mamma Franca viene allargato anche «alle autorità della Provincia e dello Stato attuali e pregresse, perché se è successa questa tragedia — si legge — evidentemente forse non è stato fatto tutto quello che poteva essere fatto». La mamma punta il dito contro le istituzioni (Provincia e Stato appunto) a cui già sulle prime aveva detto di voler intentare causa. «Non ci sono stati grandi interventi per garantire la sicurezza della popolazione» e questo nonostante «i fatti accaduti nel tempo», scrive la trentina. Che rimarca: «Sappiate che noi siamo arrabbiati e indignati. Il sistema ha fatto sì che Andrea diventasse la prima vittima annunciata. Questo va ricercato in una gestione del progetto Ursus che non ha saputo adeguarsi e affrontare l’aumento degli orsi e che non ha ritenuto di agire dopo le molte aggressioni che ci sono state in questi anni». Ghirardini è lapidaria: «Non è stato fatto niente» chiude la lettera.
La stessa famiglia, portavoce appunto la madre, nello scritto che verrà condiviso con i presenti domani pomeriggio, durante la cerimonia funebre che si terrà nella chiesa parrocchiale di San Bartolomeo a Caldes, vuole ringraziare pubblicamente tutti gli operatori che si sono attivati per ritrovare il ventiseienne in seguito all’allarme lanciato mercoledì sera, dopo il mancato rientro per cena. Andrea aveva un appuntamento con la fidanzata e la mamma ma non si è presentato alle 19 e al cellulare non rispondeva. Un silenzio inquietante. Poi, la drammatica scoperta nella strada forestale verso malga Grun dove era andato a correre. «Ringrazio di cuore per averci aiutato a trovare nostro figlio tutta la macchina dei soccorsi, vigili del fuoco, soccorso alpino, gli operatori con i cani da ricerca e molecolari, le forze dell’ordine, i volontari che si sono attivati e l’amministrazione comunale».
l'incontro formativo
di Redazione
Il 20 novembre alla Fondazione Mach l'evento di approfondimento riservato ai datori di lavoro i cui dipendenti potrebbero essere esposti al rischio di incontrare, durante il proprio lavoro, un orso o un lupo