la sentenza

giovedì 13 Aprile, 2023

Scontri al comizio di Salvini: tre anarchici condannati, due assolti

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L’11 febbraio 2018 all’Urban center di Rovereto la contro manifestazione sfociata in violenze. Ieri la sentenza d’appello contro i 5 imputati

Era l’11 febbraio 2018. All’Urban center di Rovereto era arrivato il leader nazionale della Lega Matteo Salvini: un comizio in vista delle elezioni del 4 marzo. Gli anarchici avevano organizzato una contro manifestazione, poi sfociata in scontri con la polizia. In primo grado su 12 persone ne erano state condannate 5. Ieri la sentenza d’appello: sono state confermate (parzialmente) tre condanne, tra cui una a Massimo Passamani, e sono arrivate due assoluzioni.
Il comizio cadeva pochi giorni dopo l’attentato di Macerata. Il 3 febbraio un ragazzo di 28 anni, Luca Traini, aveva esploso colpi d’arma da fuoco contro 6 persone di origine straniera, rimaste ferite. Poi è stato condannato con l’accusa di strage aggravata dalla finalità di razzismo. «Traini soldato di Salvini. La bomba sociale siete voi. Basta buonismo lo diciamo noi», recitava uno degli striscioni esposti dagli anarchici fuori dall’Urban center. Sotto accusa le proposte del Carroccio sulle politiche di immigrazione, più avanti tramutate in legge con i cosiddetti decreti «Sicurezza» del governo Lega-Movimento cinque stelle.
La manifestazione non era autorizzata. Gli anarchici bloccarono Corso Rosmini. Gli animi si scaldarono presto. Volarono sampietrini contro gli agenti della Digos. La polizia fu costretta a mettere in atto una carica di «alleggerimento» per disperdere la folla. «Sassi, bombe carta e molotov dei “pacifisti anti-razzisti” contro la polizia a Rovereto, per cercare di fermare il mio comizio davanti a 500 persone. Pazzesco. E poi il “cattivo”, il “violento” sarei io», fu il commento di Salvini sui social.
Dodici manifestanti finirono sul banco degli imputati, difesi da Gianpietro Mattei e Bonifacio Giudiceandrea. Il 21 aprile 2021 arrivò la sentenza con rito abbreviato: assolte 7 persone e condannate 5. I reati andavano dalla resistenza aggravata a pubblico ufficiale a radunata sediziosa, fino al porto di armi atti ad offendere. Pene da 5mila euro di ammenda a 2 anni 4 mesi e 20 giorni di reclusione. Ieri in Corte d’Appello è arrivata la sentenza di secondo grado: Federica Mattarei e Marina Martini sono state assolte, mentre per gli altri tre la condanna è stata confermata, tranne che per il reato di radunata sediziosa: a Massimo Passamani e Luca Dolce la pena è stata abbassata a 2 anni e 4 mesi di carcere, a Bardusco 1 anno e 1 mese.