la nomina

sabato 15 Aprile, 2023

L’«Aquila di San Venceslao» a Gios Bernardi (100 anni), il medico «dell’empatia» e testimone della storia e della cultura trentina

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Questa mattina Walter Kaswalder ha consegnato la massima onorificenza del Consiglio al brillante pensatore trentino

Il  Presidente del Consiglio provinciale Walter Kaswalder ha consegnato stamane la massima onorificenza del Consiglio, l’Aquila di San Venceslao, – opera di Othmar Winkler- a Gios Bernardi, 100 anni compiuti il primo gennaio scorso, personaggio eclettico, grande medico, ottimo artista e fotografo, vivace testimone della storia e della cultura trentina e tuttora brillante pensatore, capace di spunti intensi e mai banali. Figura professionale straordinaria ed esempio per tutti noi, il Presidente Kaswalder si è commosso alla consegna del premio che, ha detto, mi sembra un po’ di riconoscere all’intera categoria dei medici “di una volta” e al mio stesso padre anch’egli medico, classe 1921, già amico e collega di Bernardi. E la medicina “come si faceva una volta” è stata richiamata anche dal fraterno amico di Bernardi, Marco Ioppi, Presidente dell’Ordine dei medici che nell’illustrare gli innumerevoli insegnamenti per i quali si dovrebbe essere grati al collega Gios, ha evidenziato in particolare la costante capacità di aggiornamento e l’empatia, «quell’umanizzazione del rapporto con il paziente che non va mai dimenticata, perché componente essenziale della cura». Ioppi ha ricordato che il cittadino, accanto a quello alla salute, ha il «diritto alla gentilezza» e questo è un «bagaglio che noi medici dobbiamo sempre portare con noi», ha concluso. Gios Bernardi, visibilmente commosso dal premio, ha approfittato dell’occasione per richiamare le difficoltà dell’aggiornamento continuo per stare ai passi con gli strabilianti progressi della scienza medica, l’utilità dell’informatizzazione, le travolgenti incombenze burocratiche e il rischio di sminuire l’aspetto umano del lavoro. «L’empatia, ovvero la capacità del medico di porsi nei panni del paziente è sempre stata una mia fissa», ha confermato, sottolineando la doverosa attenzione che un medico deve prestare sempre, oltre che a quelli clinici, anche ai risvolti psicologici di chi si affida alle sue cure.