POLITICA

domenica 16 Aprile, 2023

Elezioni provinciali, partenza ufficiale per Valduga. «Possiamo vincere, leader di tutti»

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Il sindaco di Rovereto ha depositato in Provincia la sua candidatura con il centrosinistra. Sull'orso: «Non voglio fare lo sciacallo»

Parte ufficialmente la corsa di Francesco Valduga per la presidenza della Provincia di Trento, anticipando il centrodestra che è ancora diviso sul nome del leader: Fugatti o Gerosa? Una partenza, quella del sindaco di Rovereto, senza fuochi d’artificio: nessuno slogan ad effetto, assenza di parole d’ordine o di suggestioni capaci di accattivare elettori e osservatori, senza stoccate contro l’avversario, senza ironie sul fatto che il centrodestra sia diviso quando il centrosinistra è unito. E nemmeno sull’orso un pizzico di polemica: «Preferisco non fare lo sciacallo su quanto accaduto la scorsa settimana, perché oltre all’orso rischia anche lo sciacallo di essere poi ucciso».

«È un diesel», dicevano ieri all’agriturismo Maso Librar in cima a Montevaccino i suoi sostenitori. «Parte piano ma poi accelera e mantiene la rotta». E la scommessa è che, come nella leggendaria sfida, Valduga sia la tartaruga che raggiunge per prima il traguardo, precedendo la lepre Fugatti che forte della sua posizione potrebbe correre di più ma anche darsi già per vittorioso. E infatti il candidato dell’Alleanza democratica per l’autonomia la sintetizza così: «Forse il presidente uscente è avvantaggiato perché ha maggiore visibilità, quella che però può anche esporti a giudizi, che prima erano solo pregiudizi e che poi si sono concretizzati».

Ieri, attorno al leader, tutta la coalizione. C’è addirittura chi ha raggiunto la terrazza panoramica su Trento con fatica: lo storico Vincenzo Calì è salito fin sopra a Montevaccino in bicicletta (elettrica) e l’ex senatore Giorgio Tonini, attuale consigliere provinciale dem che tanto ha voluto l’incoronazione di Valduga presidente, addirittura a piedi. «Un voto — assicurava qualcuno ironicamente — per ringraziare le divinità che hanno ascoltato le sue preghiere illuminando la scelta sul nome del sindaco di Rovereto». Di ogni forza che lo sostiene una piccola rappresentanza, e le forze sono ben undici: Pd, Futura, Europa Verde, Campobase, Casa Autonomia, Sinistra Italiana, Partito socialista, +Europa, Futuri Comuni, Azione, Italia Viva. Poi le liste saranno molto meno, e non ci sarà nemmeno una lista del presidente: «No — assicura Valduga — perché sono tutte liste del presidente».

Perché, come ha sottolineato più volte, «la leadership è condivisa», e tutti potranno anche fare proposte di programma, quelle che più o meno ieri negli interventi di ciascuna forza sono state tratteggiate. «Poi si farà una sintesi, si smusseranno le parti non condivise, ci si concentrerà su quelle patrimonio comune». Valduga ci tiene a dire proprio questo: «Per fare scelte condivise serve approfondire, limare quello che è motivo di dissidio e promuovere quello che unisce, e serve tempo. Mancano sei mesi alle elezioni, non inizia ora la campagna elettorale». Calma quindi, perché la scommessa è sulla strategia della tartaruga: «Prima faremo una conferenza programmatica, che continuerà e si articolerà sul territorio, poi faremo la campagna elettorale classica».

Un impegno, il ricambio della classe dirigente. «Ma senza esasperare le differenze su età, esperienze e storie politiche di ciascuno. Siamo consapevoli che l’età è una categoria dello spirito più che un dato anagrafico, e ci sono persone più avanti con gli anni che di spirito sono più giovani di quei giovani che magari scelgono la politica solo per tragitti personali che non di comunità». Un tema, quello dell’età, che si è trasformato in una disquisizione sulla canizie. Fabio Valcanover, di +Europa, ha infatti spiegato che «i capelli bianchi sono spesso sintomo di saggezza»: «E come diceva Pannella bisogna avere capacità di sentire e ascoltare le persone che portano i capelli bianchi». Tesi condivisa dal socialista Nicola Zollar: «I più anziani possono dare ancora molto a chi è più giovane».

La presentazione di ieri a Montevaccino dell’Alleanza democratica autonomista ha visto — dentro una liturgia un po’ superata — l’intervento di tutte le delegazioni. La sintesi, come si conviene, al candidato presidente. Che però ha rimandato quella finale ai mesi successivi: «Le forze politiche proporranno i loro temi, e poi omogeneizzeremo il tutto in un programma». Qualche anticipo di comunicazione: «Vi garantisco che sarò attento anche ad usare la tecnologia nella comunicazione, vi garantisco che ne percepisco importanza, vi garantisco che ne ho anche potuto constatare l’utilità, se non altro raggiungere persone con cui non sarebbe possibile parlare. Ma abbiamo necessità di approfondire, di studiare, e non si costruisce nulla che duri a lungo se sei prigioniero del tempo del tweet o del post».