Giustizia

lunedì 17 Aprile, 2023

Strage di Erba, l’ex procuratore capo di Bolzano apre alla revisione del processo di Olindo e Rosa

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Cuno Tarfusser ha inviato una relazione alla procura generale di Milano che apre alla possibilità di revisione del processo

La procuratrice generale di Milano, Francesca Nanni, ha ricevuto nei giorni scorsi dal sostituto Pg Cuno Jacob Tarfusser una relazione che apre alla possibilità di revisione del processo per la strage di Erba, a carico di Olindo Romano e Rosa Bassi, condannati in via definitiva per aver ucciso a colpi di coltello e spranga la vicina Raffaella Castagna, il figlio di lei Youssef Marzouk di 2 anni, la madre della donna Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini l’11 dicembre 2006 nel comune in provincia di Como.

Ci vorrà qualche settimana prima che la Pg e l’Avvocato Generale presso la Corte di Appello, Lucilla Tontodonati, valutino le carte e decidano, come prescrive la legge, se presentare istanza di revisione alla Corte di Appello di Brescia, a cui passa l’eventuale competenza dopo che il processo di secondo grado a carico di Olindo Romano e Rosa Bazzi è stato celebrato a Milano. La decisione della Procura generale di associarsi o meno alla richiesta non impedisce in alcuna maniera agli avvocati dei due coniugi, Fabio Schembri, di depositare istanza di revisione per la difesa in maniera autonoma davanti ai giudici bresciani.

Il caso
Resta uno dei fatti di cronaca più cruenti. La strage di Erba è stato un caso di omicidio plurimo commesso a Erba, in provincia di Como, l’11 dicembre 2006. La strage fu compiuta dai coniugi Olindo Romano e Angela Rosa Bazzi, che uccisero a colpi di coltello e spranga Raffaella Castagna, il figlio Youssef Marzouk, la madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini. Il marito di quest’ultima, Mario Frigerio, colpito con un fendente alla gola e creduto morto dagli assalitori, riuscì a salvarsi grazie ad una malformazione congenita alla carotide che gli impedì di morire dissanguato. La strage avvenne nell’abitazione di Raffaella Castagna, in una corte ristrutturata nel centro della cittadina. L’appartamento fu dato alle fiamme subito dopo l’esecuzione del delitto. Il 3 maggio 2011, la Corte suprema di cassazione ha rigettato i ricorsi proposti, con l’indiretta conseguenza che è diventata definitiva la sentenza di Appello che aveva riconosciuto come autori della strage i coniugi Romano, già condannati all’ergastolo.