politica
mercoledì 19 Aprile, 2023
di Donatello Baldo
Tanti complimenti per la cattura dell’orsa che ha ucciso Andrea Papi, la solidarietà unanime all’operato della giunta, ma anche tanta rabbia da parte dei sindaci che ieri, riuniti al Consorzio dei Comuni, hanno espresso i loro timori: «Le nostre comunità sono preoccupate. E non basta catturare un orso perché là fuori ce ne sono tanti altri». E le richieste sono di «eliminare il progetto Life Ursus», «di poter agire con ordinanze sindacali», con qualcuno che parla addirittura di «soluzione finale» per tutti i plantigradi presenti in Trentino.
Il governatore Fugatti ha spiegato loro lo stato delle cose, i passi che saranno fatti. Con realismo, senza promesse. Messo in sicurezza il territorio dalla presenza di JJ4 — tutt’altra questione la vicenda giudiziaria che permetterà o meno l’abbattimento — rimangono altri orsi pericolosi in giro: «Non sarà facile recuperare Mj5 — dice subito il governatore — perché si tratta di un grosso orso che si muove tanto sul territorio. Però occorrerà catturarlo, e sono già al lavoro le nostre squadre». Quando sarà catturato si porrà in ogni caso il problema di cosa farne: «Al Casteller ce ne sono già due (M49, e JJ4 portata lì nella giornata di ieri, ndr), altri due sono stati portati in Germania e Ungheria. Ora — spiega — se non ci lasciano abbattere gli esemplari pericolosi siamo al limite della sostenibilità in quell’area, che non può contenerne di più».
Ai sindaci spiega che «non è ancora confermato, ma a breve partirà un tavolo con il ministero» per decidere la sorte degli altri settanta orsi in sovrannumero, che il governatore ha ribadito di voler allontanare dal territorio trentino: «La prima riunione potrebbe esserci già nel fine settimana, o a inizio della prossima. Ho già spiegato al ministro nell’incontro di martedì che finita la fase di emergenze c’è da parte nostra la volontà e la richiesta di tornare al numero originale di orsi previsto nel progetto iniziale. Ora sono troppi, e non si disperdono come era nelle intenzioni di chi ha avvitato il progetto Life Ursus. È acclarato — continua — che più orsi significa più orsi problematici. Ed è altrettanto acclarato dalle analisi genetiche che gli orsi trentini sono i più pericolosi: lo dicono gli scienziati». Una «tara», quella dell’aggressività, che preoccupa il governatore: «Aveva con sé tre cuccioli e c’è il rischio che siano anche loro pericolosi».
Alla platea di sindaci chiede «unità»: «Se siamo uniti siamo più forti e il vostro supporto è importante. Es e oggi pariamo di orsi so bene che la vostra preoccupazione è anche sul lupo». Su questo ultimo tema è l’assessora con delega alle Foreste Giulia Zanotelli che interviene: «Le proposte di Ispra per la stesura di un protocollo fanno sorridere. Le misure contenute sono inapplicabili». Non è previsto l’abbattimento, questo è il problema: «E anche su questo — dice rivolta ai sindaci — serve il vostro appoggio».
Sono un centinaio i sindaci in sala, sessanta quelli in collegati via web. Quasi tutti i sindaci trentini, di città e di valle. Che in qualche modo si sfogano. Una sindaca della Val di Sole chiede di poter fare da sé: «Dobbiamo poter fare noi le ordinanze, senza aspettare tutti questi passaggi». È il capo del Dipartimento Foreste Raffaele De Col che stoppa subito l’idea: «Se sbagli l’abbattimento l’orso diventa ancor più aggressivo». E aggiunge: «L’abbattimento di un orso non risolve il problema, bisogna puntare sulla revisione del Pacobace», del protocollo che nei dettagli detta cosa fare e come fare nella gestione degli orsi. «Non facciamoci tirare nel tranello dell’abbattimento, il problema ora è il numero elevato di esemplari, il progetto in sé». E rassicura: «Poi sui singoli casi ci attiveremo, chiamate noi. Abbiamo chiesto pure lo spray». E chi potrà averlo? Chiedono questo i sindaci. «Non ha senso che sia a disposizione solo delle guardie forestali, serve anche ai custodi forestali». E altri: «Anche a chi nel bosco ci va per lavoro, e anche all’anziano che va per funghi». De Col assicura che «verranno formate anche le forze sul territorio», spiegando però che lo spray anti-orso non è quello da borsetta: «Tira dodici metri».
Le rassicurazioni sono poi sulla capacità di un intervento immediato: «Miglioreremo nella gestione del singolo episodio e nell’abbattimento ma problema è che noi dobbiamo affrontare problema alla radice».
Altri sindaci, e la rabbia monta: «Il progetto va fermato. Non possiamo avere orsi pericolosi in giro». E qui è Fugatti che interviene: «Posso anche essere d’accordo, ma è più facile chiedere la modifica del progetto di gestione o l’azzeramento del progetto? È impossibile cancellare un progetto di tutela su una specie protetta». Qui si entra nelle strategie, con il sindaco Donato Seppi di Ruffré-Mendola che propone ai sindaci di puntare al massimo, alla «soluzione finale» degli orsi: «Così poi la Provincia va al tavolo nazionale con una posizione di mediazione, strappando qualcosa in più».
Altri sindaci chiedono di dotarsi di «sistemi in automatismo rispetto a criticità e sicurezza»: «Che sia possibile avere una procedura che non contempli corsi e ricorsi ma che sia tempestiva e in mano a forestali». C’è poi chi propone referendum o sondaggi da svolgere solo nelle aree a richio orso: «Se a Roma vedono che il 90% e più dei residenti è contro il progetto, forse qualche domanda se la pongono». Il tema posto è anche quello del turismo: «Siamo preoccupati, iniziano ad esserci tante disdette degli alberghi», con Fugatti e Zanotelli che allargano le braccia e fanno sì con la testa, come a dire: «Lo sappiamo, questo è un problema».
Le conclusioni al presidente dei sindaci Paride Gianmoena, sindaci che a Fugatti hanno strappato un impegno: «Il Consiglio delle autonomie locali parteciperà al tavolo nazionale con un proprio rappresentante e si farà portatore di una mozione ai Comuni della provincia per consentire agli Enti locali di delineare le sorti del progetto Life Ursus, ridimensionamento o chiusura». E rimane sul tavolo un’altra iniziativa di 63 sindaci, la costituzione nel procedimento davanti al Tar in sostengo della Provincia contro la sospensiva dell’ordinanza di abbattimento di JJ4.
il caso
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