Il progetto

mercoledì 19 Aprile, 2023

A Pergine sta crescendo una «foresta sociale» di bambù

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Sotto il Rastel, due giovani coltivano 900 piante in un ettaro. Diversi gli utilizzi

La foresta di bambù Moso di Logical Forest, sotto il parco del Rastel, sta crescendo velocemente e insieme alle piante crescono e maturano, originali e particolari, le idee del suo fondatore, il giovane e visionario Yuri Teverini, venticinquenne. A fianco dell’impresa agricola di Teverini, il cui nonno agricoltore ha lasciato in lui un’impronta, nascerà fra poco un’associazione di promozione sociale, evoluzione della primigenia società fondata subito dopo l’avvio dell’azienda agricola, con gli amici Claudio Valenti (educatore) e Matteo Bruschetti (informatico, e-commerce).

Dalle 900 piantine piantumate nascerà presto un nuovo mondo forestale, su circa un ettaro, che affianca un lembo dell’originale boscaglia rimasta intonsa su un altro ettaro. Logical Forest dovrebbe diventare, nelle idee dei ragazzi, una foresta sociale.
Sono stati creati alcuni sentieri, si stanno creando anche alcune piccole zone umide e zone fiorite, che daranno ospitalità a rospi, salamandre, insetti impollinatori. In Trentino esiste solo un altro precedente, a Povo. Il sogno è realizzare una piccola cascata con un breve corso d’acqua interno alla proprietà e poi «stanze verdi» per relax ed incontri o coworking all’aperto.
«I nuovi germogli in due mesi arriveranno ai venti metri – spiega, orgoglioso, Teverini –. L’idea che ho su questo terreno è che sia al tempo stesso uno spazio agricolo e produttivo, assorbendo ossigeno, creando materia prima che si potrà usare in molti modi diversi, ed uno spazio sociale innovativo. Questo posto non c’entra niente con la produzione normale. Deve essere una foresta di piante e di persone, un luogo di ritrovo di persone e per le idee. Adesso per me è il mio posto felice.

Quando sarà inverno il bambù sarà sempre verde e coprirà la parte antropizzata della vista sulla valle, fornendo ombreggiatura in estate, bellezza, un suo particolare bellissimo fruscio al vento. L’idea per il futuro è trarne anche un reddito. Questa è una pianta multiuso, ha più di 1.500 differenti possibili utilizzi: alimentare, in edilizia, come cippato, per farne legname, per ricavarne oggettistica e tessuti, dalle foglie si fanno tisane (io me le faccio già adesso), e vi si possono fare prodotti monouso al posto di quelli in plastica».

Si potrebbero piantumare foreste urbane organizzate di bambù, per esempio, dice il giovane amico del bambù. «Una foresta di bambù assorbe tantissima anidride carbonica e produce anche molto più ossigeno delle foreste tradizionali nostre. Dal prossimo anno non serviranno più acqua né concimazioni, diventerà una foresta autonoma a tutti gli effetti».
La parte sociale è altrettanto vivida nelle intenzioni e nell’immaginario dei ragazzi del bambù perginese. «Abbiamo già iniziato a sperimentare attività per giovani e per associazioni – spiega Claudio Valenti – per sensibilizzare rispetto al mondo bambù, con vari tipi di visite, creando connessioni basilari che la natura stimola fra educazione, fauna, temi sociali. Abbiamo iniziato a proporre laboratori artistici, utilizzando piccole sezioni di bambù, dalle barchette alle borraccette decorate, cioè piccole attività manuali per i ragazzi. Abbiamo aperto le porte all’educazione al lavoro con Appm (Associazione provinciale per i minori) e con la cooperativa Aurora e in questi due anni alcuni tirocinanti hanno aiutato Yuri nella manutenzione estiva. Ci piacerebbe rafforzare questa collaborazione, per far apprendere competenze di gestione del verde e di selvicoltura. Abbiamo proposto, e lo rifaremo, anche aperitivi, ospitando anche altre realtà come Fridays for Future, aziende del settore della sostenibilità, la Consulta Giovani di Pergine».