Agricoltura

venerdì 21 Aprile, 2023

Vespa samurai, l’insetto antagonista che salva i frutti del Trentino

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Ieri il convegno di Fem sulla lotta biologica alla cimice asiatica e alla Drosophila. In 3 anni 35mila avversari naturali rilasciati. Il ricercatore: «Così riduciamo anche il ricorso a insetticidi»

La lotta biologica alla cimice asiatica e alla Drosophila suzukii, il cosiddetto moscerino dei piccoli frutti, sta producendo risultati positivi e incoraggianti, secondo i relatori del convegno tenutosi ieri presso la Fondazione Edmund Mach. L’evento («Lotta biologica classica per il controllo di Halyomorpha halys e Drosophila suzukii: risultati delle iniziative nazionali e situazione in Trentino-Alto Adige Südtirol») ha visto l’input di diversi esponenti dei centri di ricerca locali, che sono intervenuti a proposito di due insetti che, da alcuni anni, preoccupano il mondo agricolo. Per contenerne la diffusione, quindi, è stato avviato — sia a livello nazionale, che trentino – un programma di lotta biologica classica, che prevede l’utilizzo di un organismo esotico per controllare un organismo nocivo, anch’esso esotico. Per contrastare i danni da cimice asiatica, ad esempio, sul territorio è stata rilasciata la vespa samurai, o Trissolcus japonicus, suo antagonista naturale.
Claudio Ioriatti, ricercatore presso la Fem, ha presentato i dati relativi ai 450 frutteti del Trentino più esposti al danno da cimice, e che quindi sono anche i più emblematici del problema rappresentato dall’insetto per le coltivazioni. I frutteti vengono utilizzati per monitorare la situazione e per mettere a punto programmi di intervento. Nel 2019, all’interno dei 300 frutteti localizzati nella Val di Non, l’8,1% dei frutti aveva registrato un danno. Nel 2022, la percentuale è scesa all’1,6%. I 150 frutteti nel fondo valle, invece, nel 2019 avevano riscontrato un danno medio del 5,2%, calato a 0,6% nel 2022. Tra i fattori che hanno contribuito ad arginare il fenomeno, c’è anche la lotta biologica.
Il programma affonda le proprie radici nel 2016, anno in cui la prima cimice asiatica venne trovata in Trentino. Allora, iniziò un’attività di monitoraggio per capire quanto l’insetto fosse diffuso sul territorio: vennero quindi svolti controlli in campo, e vennero anche coinvolti i cittadini, che potevano contribuire al monitoraggio grazie all’applicazione BugMap. Nel 2019, l’assessorato all’Agricoltura promosse un piano strategico provinciale e, nel 2020, arrivò l’autorizzazione ministeriale a rilasciare il Trissolcus japonicus: nel corso di tre anni, in Trentino, sono stati rilasciati 35 mila esemplari di questa specie, che si sono insediati nel 53% dei siti di rilascio. L’altro organismo nocivo oggetto del convegno è il moscerino dei piccoli frutti, o Drosophila suzukii, il contenimento del quale è stato affidato alla specie Ganaspis brasiliensis, individuata tra la Cina e il Giappone tra il 2013 e il 2016.
Valerio Rossi Stacconi, ricercatore della Fondazione, ha sottolineato che l’utilizzo di mezzi biologici come questo è utile anche per ridurre l’impatto economico ed ecologico degli insetticidi spesso utilizzati contro la Drosophila suzukii. A settembre 2020, quindi, in Italia sono stati introdotti 150 esemplari di Ganaspis brasiliensis, e la prima campagna di lanci di questo parassitoide è partita nell’agosto del 2021. Tra i partecipanti al programma, anche la Provincia autonoma di Trento. I monitoraggi di queste prime due stagioni hanno mostrato che gli esemplari di questa specie si stanno insediando sul territorio nazionale.