L'esperienza
sabato 22 Aprile, 2023
di Redazione
Un nuovo percorso espositivo approda a Le Gallerie di Piedicastello, a Trento. Alle 18 di giovedì 27 aprile verrà inaugurata la mostra dedicata alle Alpi e alla comprensione della montagna, promossa dalla Fondazione Museo storico del Trentino con il Trento Film Festival. Sarà un viaggio nella storia dell’arco alpino alla scoperta del rapporto uomo/natura, delle sfide per promuovere la cultura della sostenibilità e delle grandi trasformazioni che hanno interessato negli ultimi secoli la montagna del Trentino.
La mostra «Alps: comprendere la montagna» è curata dai ricercatori della Fondazione Museo storico del Trentino Alessandro de Bertolini, Luca Caracristi e Sara Zanatta e si propone di comprendere la montagna: quella vissuta, quella percepita e quella governata, in un momento storico attraversato da enormi accelerazioni e mutamenti, dove le Alpi, terra di mezzo, si presentano al centro del cambiamento. La presenza delle infrastrutture, delle industrie, del turismo di massa, delle vie di comunicazione e, più in generale, degli effetti moltiplicatori della forza umana connessa all’uso massiccio delle protesi tecnologiche, hanno portato i territori di montagna al centro dell’attenzione. In questo continuo cambiamento, le Alpi sono diventate un grande laboratorio di studio transnazionale e multietnico per la messa a punto di buone pratiche e per l’elaborazione di modelli di organizzazione territoriale ecosostenibili.
Il progetto è un’opera corale, frutto della collaborazione tra Fondazione Museo storico del Trentino e Trento Film Festival, Tsm|step Scuola per il Governo del Territorio e del Paesaggio, Fondazione Dolomiti Unesco, Club Alpino Italiano, Museo etnografico trentino di San Michele, Slow Food Editore e Slow Food Trentino Alto Adige, Società degli Alpinisti Tridentini, Parco Nazionale dello Stelvio e Parco Naturale Adamello Brenta e Servizio sviluppo sostenibile e aree protette della Provincia autonoma di Trento. La mostra è stata realizzata anche grazie al contributo di Fondazione Caritro. Questi soggetti hanno ideato e costruito assieme alla Fondazione Museo storico del Trentino singole sezioni tematiche in mostra.
Il percorso espositivo si concentra sugli ultimi secoli, dal basso medioevo in avanti, quando la colonizzazione rurale della montagna pone le basi per la nascita del paesaggio alpino come noi lo conosciamo. I temi scelti si articolano in una serie di azioni che identificano altrettante aree in mostra: abitare, conquistare, governare, raccontare, lavorare e rappresentare le Alpi. A queste azioni si aggiungono tre importanti focus tematici sulle Dolomiti patrimonio mondiale Unesco, sul Club Alpino Italiano e sulla Società degli Alpinisti Tridentini.
Il progetto si avvale della collaborazione di alcuni grandi esperti e narratori del mondo alpino: per la sezione Governare le Alpi Antonio De Rossi, architetto e ordinario al Politecnico di Torino, autore di importanti volumi per Donzelli Editore sulla «costruzione del paesaggio alpino» e membro del comitato scientifico di Tsm|step Scuola per il Governo del Territorio e del Paesaggio; per la sezione Abitare le Alpi Annibale Salsa, antropologo ed epistemologo, profondo conoscitore delle Alpi, già presidente generale del Club alpino italiano e del Gruppo di Lavoro «Popolazione e cultura» della Convenzione delle Alpi; per la sezione dedicata al Club Alpino Italiano Marco Albino Ferrari, scrittore e autore, giornalista e sceneggiatore, già direttore della rivista Meridiani Montagne e attualmente responsabile delle attività culturali del Cai. Le sezioni Lavorare le Alpi e Governare le Alpi, invece, sono state curate rispettivamente con il Museo etnografico trentino di San Michele e con il Servizio sviluppo sostenibile e aree protette della Provincia autonoma di Trento.
Grande attenzione è posta anche sulla dimensione educativa legata al paesaggio alpino e alle sue trasformazioni: presente in mostra un’area pensata appositamente per le scuole, che metterà alla prova anche il pubblico adulto con domande, curiosità e buone pratiche. I contenuti dei tavoli interattivi sono stati curati dall’Area educativa della Fondazione Museo storico del Trentino.
In Galleria, infine, trova spazio un bookshop dedicato ad alcuni temi presenti in mostra, con l’esposizione di una selezione di volumi degli editori che hanno collaborato all’iniziativa, in modo particolare Donzelli Editore, Slow Food Editore e CAI.
Giuseppe Ferrandi, il direttore della Fondazione Museo storico del Trentino, sottolinea l’importanza del progetto culturale, del tema affrontato e del network di rapporti istituzionali che si è cresciuto attorno alla mostra.
«Le trasformazioni che hanno interessato la montagna del Trentino e l’Arco alpino negli ultimi secoli ci pongono dinnanzi a nuove sfide, che richiedono nuovi spazi di riflessione: un dibattito a cui sono chiamati, anche e particolarmente, i musei e le istituzioni culturali che si occupano di montagna, come la nostra Fondazione, da anni è impegnata in percorsi studio, ricerca e divulgazione sulla storia dei paesaggi alpini. Questa mostra è parte di un calendario ambizioso di attività ed eventi per pensare le Alpi, che coinvolgerà lungo tutto l’anno una rete unica di soggetti con i quali abbiamo consolidato i nostri rapporti, come la Fondazione Dolomiti Unesco, Tsm|step Scuola per il Governo del Territorio e del Paesaggio, il Club Alpino Italiano, la Società degli Alpinisti tridentini, il Museo etnografico trentino di San Michele e i principali parchi naturali del territorio trentino. Una “cordata” di soggetti, quindi, per indagare l’identità delle Alpi tra passato e futuro, natura e cultura, autogoverno e sostenibilità».
In tema di sostenibilità, la mostra è allestita nello spazio della Galleria Bianca, riutilizzando le stesse strutture che hanno ospitato «Scalare il tempo. 70 anni di Trento Film Festival», la mostra promossa dalla Fondazione Museo storico con il Trento Film Festival in occasione dell’anniversario tondo. Alessandro Gatti, direttore creativo dello studio doc a communication group di Bolzano, che ha curato il progetto di allestimento della mostra, spiega la filosofia del riuso che sta alla base del concept.
«L’installazione che abbiamo realizzato un anno fa a Le Gallerie, per raccontare il Trento Film Festival, non è stata smontata ma rigenerata – si legge nella nota della Fondazione -. Rigenerare è una parola bella, energetica, che in questo caso passa dal colore! Attraverso uno studio cromatico, l’architettura esistente è mutata in un’opera verbo-visuale che può essere attraversata con sguardi nuovi ed emozioni differenti. Le Alpi e la montagna vengono raccontate come luogo contemporaneo da conoscere per essere meglio rispettate e comprese. Abbiamo cercato un linguaggio forte e fresco: il colore verde flou risveglia l’attenzione del pubblico e la parola “Alps”, che si ripete all’infinito sulle superfici, diventa un “mantra”. Un suono da rispettare – Alps – per chi conosce le Alpi e la montagna, per chi le vive e per chi le visita. Il progetto offre così spunti sul ruolo delle esposizioni temporanee e della componente di sostenibilità che necessariamente devono contenere».
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