Grandi carnivori

mercoledì 26 Aprile, 2023

Sterilizzare gli orsi? La soluzione proposta dagli esperti

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Tante le ipotesi al vaglio negli ultimi venti giorni per la gestione dei grandi carnivori. Sulla sterilizzazione c'era stato qualche accenno, ma ora ecco una proposta concreta
Orso

Da oltre venti giorni l’argomento più dibattuto in Italia è quello dell’orso, della sua gestione in Trentino. Dalla tragica morte di Andrea Papi, il runner 26enne di Caldes aggredito dall’orsa JJ4 sul Monte Peller il 5 aprile, sono state diverse, anche opposte, le ipotesi su come meglio dovrebbero essere gestiti i grandi carnivori. Tra le tante ipotesi, c’era anche quella legata alla sterilizzazione delle orse come soluzione.

A rilanciare l’ipotesi della sterilizzazione come soluzione alla gestione dei grandi carnivori, a patto di approfondire tecniche e possibilità con esperti del settore su tutto il territorio nazionale, proponendosi direttamente al presidente della Provincia Maurizio Fugatti, sono state alcune di queste eccellenze con il coordinamento del dottor Vincenzo Mulè, veterinario esperto di animali selvatici operativo sia a Bolzano in Alto Adige sia a Sarnonico in Trentino e rappresentante di Südtirol Exotic Vets.

Un coinvolgimento di peso nella questione è quello della Facoltà di Veterinaria dell’Università degli Studi di Bologna e di Animal Rescue Team Italia con sede a Russi in provincia di Ravenna. In particolare dei dottori Michele Capasso (veterinario consulente per animali selvatici e da zoo), Alessandro Spadari (docente alla Facoltà di Medicina Veterinaria dell’ateneo felsineo) e Matteo Galliani (veterinario presidente di Animal Rescue Team Italia).

«Siamo disposti – scrivono a Fugatti – a mettere a disposizione della Provincia di Trento le nostre competenze professionali ed il nostro personale al fine di contribuire al problema del sovrannumero di plantigradi sul territorio. Senza dover provvedere all’eutanasia farmacologica o all’abbattimento».

L’operazione in laparoscopia

Una «via più dolce» con un’operazione con tecniche decisamente poco invasive e veloci, come la laparoscopia. «Siamo pronti a discutere ed illustrare la soluzione laparoscopica che permetterebbe di controllare le nascite annullando i comportamenti aggressivi delle orse in protezione della prole – proseguono gli esperti -. Proprio la gestione non controllata della riproduzione ha alterato il rapporto di convivenza tra uomo ed orso nelle Dolomiti che è sempre stato buono. Parliamo di una soluzione fattibile e capace di soddisfare sia gli amanti della natura sia l’amministrazione nel rispetto della massima tutela della sicurezza pubblica».

Pionieri? Sì ma non troppo

Questo tipo di procedura può essere considerata pionieristica. «Fino a un certo punto – precisano gli esperti -. Nel 2017 un articolo scientifico pubblicato dalla rivista di settore Zoo and Wildlife Medicine spiega esattamente i vantaggi di questo procedimento sia in ambito tecnico veterinario sia etologico. Il titolo è Laporoscopic Ovariectomy in the asiatic bear (Ursus Thibetanus) with use of Sonicision Device. Cosa ci vieta di essere all’avanguardia anche in questo?».