Bilancio
mercoledì 26 Aprile, 2023
di Redazione
Sono durati poco i lavori della prima commissione del consiglio provinciale dedicata interamente alla manovra di variazione di bilancio 2023 presentata dalla Giunta. La mattinata è stata riservata alle audizioni delle parti sociali, un confronto da cui i sindacati sono usciti critici su un testo a loro detta mancante e che ha comportato «un’audizione farsa». Una critica a cui si sono uniti anche i consiglieri provinciali di minoranza che, in protesta, hanno abbandonato i lavori nel pomeriggio quando la commissione avrebbe dovuto votare il provvedimento.
«La Giunta – ha detto il consigliere provinciale del Partito Democratico Giorgio Tonini – ha deciso di avvalersi della facoltà di anticipare la manovra di assestamento senza attendere la certificazione del rendiconto del 2022 da parte della Corte dei conti. Anche se non sembrano sussistere le condizioni di emergenza alla base della previsione di questa possibilità, si tratta di una decisione legittima, contro la quale non abbiamo nulla da eccepire e nulla abbiamo eccepito».
«E tuttavia – ha osservato Tonini – la Giunta ha deciso di strafare, presentando in Commissione un disegno di legge civetta, privo sia della quantificazione dell’avanzo del 2022, sia delle indicazioni di come intenda impiegarlo. I contenuti veri della manovra di assestamento anticipato verranno quindi presentati, in forma di emendamento, direttamente in Consiglio, saltando a piè pari il vaglio della Commissione». «Si tratta di una procedura inedita e scorretta – ha osservato Tonini anche a nome dei colleghi – che avrebbe dovuto infrangersi sui rilievi della presidenza della Commissione e del Consiglio, a tutela non solo dei diritti delle minoranze, ma delle prerogative istituzionali del Consiglio in quanto tale. Per non dire del rispetto nei confronti delle organizzazioni sindacali e imprenditoriali, che sono state invece convocate per esprimere valutazioni su un testo talmente incompleto da risultare sostanzialmente fittizio». Dopo aver ascoltato, per rispetto degli interlocutori, le previste audizioni, i consiglieri di minoranza (oltre a Tonini, Marini, Rossi e Zanella) hanno pertanto abbandonato i lavori della Commissione.