L'iniziativa

mercoledì 26 Aprile, 2023

Orso, il parco Adamello-Brenta lancia uno progetto per studiare la convivenza. Il presidente Ferrazza: «Iniziativa in cantiere già da un anno»

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La riunione del comitato di gestione del parco si è aperta con un minuto di silenzio per commemorare Andrea Papi. Le risorse stanziate sono pari a 70mila euro in tre anni. L'obiettivo è comprendere come favorire l'«integrazione dei grandi carnivori nell’antroposfera alpina»
Orso

La riunione del comitato di gestione del parco naturale Adamello-Brenta, la prima dopo la tragedia di Caldes, si è aperta con un minuti di silenzio per commemorare la memoria di Andrea Papi. Il parco promette che alla vicenda e alle sue conseguenze presto il comitato dedicherà una riunione ad hoc. Quella di oggi ha fatto segnare due novità significative. La prima è il passaggio di consegne tra il precedente direttore, Cristiano Trotter andato a dirigere il parco Paneveggio Pale di San Martino, e Alessandro Brugnoli che prenderà servizio nei prossimi giorni. L’aggiornamento del piano attività 2023 porta con se il via di un nuovo progetto. Una ricerca sul tema: «Integrazione dei grandi carnivori nell’antroposfera alpina». Si tratta di un’iniziativa che il parco aveva già in cantiere da un anno, spiega il presidente Walter Ferrazza: «Si tratta di un progetto centrato sulle azioni utili per assecondare il processo di integrazione dei grandi carnivori nel mondo di noi umani. L’idea di partenza si fonda sulla convinzione che sia indispensabile comprendere pienamente le dinamiche sociali e culturali che caratterizzano i rapporti uomo-animale selvatico. Vogliamo capire ad esempio come l’opinione dei cittadini nei confronti del progetto di ripopolamento degli orsi nel Trentino occidentale sia cambiata, e questo, lo ripeto, molto prima dell’ultimo tragico evento, e quali percorsi partecipativi, rivolti in primo luogo alle comunità locali, possano essere avviati per generare atteggiamenti e dinamiche favorevoli alla convivenza tra uomini e animali. Certo, ora tutto è enormemente più difficile rispetto a quando abbiamo cominciato a ragionarci, in maniera, vorrei dire, preveggente, ma il compito di una realtà come il Parco è anche questo: farci carico dei problemi e provare ad affrontarli, forti delle nostre competenze tecnico-scientifiche e con un atteggiamento assolutamente collaborativo nei confronti della la Provincia e degli altri portatori di interesse».
Il costo del progetto è di 70.000 euro in tre anni, a carico del Parco.