lunedì 1 Maggio, 2023

Primo maggio, Acli: giovani e lavoro, diritti e supporto all’innovazione

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Grande partecipazione alle manifestazioni organizzate. Necessario fare sistema con le imprese per rilanciare la cultura del lavoro, incentivare il ricambio generazionale, la sostenibilità e la qualità dello sviluppo

Le manifestazioni delle Acli per il Primo maggio hanno registrato una massiccia partecipazione di pubblico, rappresentanti istituzionali e del mondo dell’impresa, cittadini e associazioni del volontariato. Una unità di intenti che ha rilanciato il tema del lavoro come elemento fondamentale dei diritti di cittadinanza, dell’emancipazione sociale e dell’integrazione per la crescita civile e democratica della nostra società.
Le Acli, attraverso l’Enaip, i Circoli territoriali ed i servizi, si occupano di lavoro, di incontro fra domanda ed offerta per particolari categorie sociali e più in generale dell’emancipazione delle lavoratrici e dei lavoratori al fine di rafforzare le nostre comunità sia dal punto di vista economico che sociale. Nel corso della giornata si è parlato di “unità di sistema”, di filiere produttive, di nuova occupazione, di un ruolo attivo della formazione per lanciare nuovi profili professionali in grado di supportare la transizione energetica e l’innovazione informatica.
Significativi anche i luoghi scelti dai Circoli Acli per lo svolgimento delle manifestazioni come nel caso dell’Atis di Mezzolombardo, azienda leader nella progettazione e produzione di manipolatori pneumatici industriali di alta gamma; oppure del Polo artigianale di Santa Margherita di Ala, oppure ancora della Avio Service, nell’omonimo sobborgo, azienda specializzata nel trattamento dei rifiuti.
Altre manifestazioni si sono svolte a Santa Massenza, in Valle dei Laghi, con una raccolta di offerte in favore della Caritas, mentre altri incontri si sono svolti a Cadino, a cura del Circolo ACLI di San Michele-Grumo-Faedo, in Primiero, Fornace e a Pré di Ledro.
La Festa del Lavoro ha sollecitato una serie di riflessioni e proposte per avvicinare il mondo delle imprese alla società civile trentina in un delicato momento di transizione creando i presupposti di un rafforzamento delle politiche del lavoro e del supporto alle aziende in tutti i settori.
È necessario pertanto sviluppare un nuovo orizzonte di valori legato al lavoro con il rispetto dei diritti dei giovani ad una remunerazione in linea con i parametri europei (oggi uno stipendio medio italiano è di 3 mila euro/anno inferiore alle media UE), garantendo loro adeguate soglie di sicurezza, qualità della vita, inquadramento previdenziale e mutualistico.
La competitività delle imprese, è stato rilevato, passa oggi più che mai attraverso politiche del lavoro che tengano conto della qualità dell’ambiente occupazionale sia dal punto di vista professionale che psicologico al fine di valorizzare ed arricchire le capacità, le attitudini ed i talenti di ogni collaboratore e professionista.
È necessario pertanto umanizzare il lavoro e mettere al centro dell’impresa la persona umana.