politica
giovedì 4 Maggio, 2023
di Donatello Baldo
Cristian Zanetti, consigliere comunale di Fratelli d’Italia — ma ex di Forza Italia — quando ha letto i giornali dell’incontro di alcuni sindaci con i vertici romani del partito è andato su tutte le furie. Sia mai che gli ultimi arrivati possano prendere un posto in lista, magari lasciando fuori chi nel partito c’è da prima di loro, o addirittura riuscendo a farsi eleggere, superando in preferenze quelli che un posto in Consiglio provinciale lo avevano adocchiato quando questi non avevano ancora deciso da che parte stare. La sua dura reazione, anche in qualità di vice-commissario di Fratelli d’Italia per il Trentino, si trasforma però in un attacco diretto alla linea del commissario Alessandro Urzì. Che quei sindaci — tra questi quello di Mezzolombardo Girardi, di Cavareno Luca Zini e di Romeno Luca Fattori — li ha incontrati lui stesso martedì a Roma, alla presenza di Giovanni Donzelli, responsabile organizzativo del partito e braccio destro di Giorgia Meloni.
«Apprendo con tristezza la notizia di viaggi nella nostra amata capitale, Roma, di pseudo-esponenti di una ex margherita i cui petali oramai sono morti cercando di mendicare, come al solito, l’agognata poltrona. Considerate le storiche provenienze e l’indiscusso dna dellaiano per non dire grisentiano», e a questo punto ce l’ha anche con un altro in predicato di entrare nelle liste di Fratelli d’Italia, Carlo Daldoss, che però a Roma da Donzelli c’è già andato nelle settimane scorse. Qui parla di lui, perché ex assessore della giunta di Ugo Rossi, vicino quindi nella legislatura scorsa al centrosinistra.
Ma Zanetti continua: «Ciò che mi indispone più di tutto è l’incredibile faccia di bronzo nel tentare di arraffare il voto di opinione della presidente Giorgia Meloni, quasi scambiando Fratelli d’Italia come l’autobus del momento». E qui, riferendosi a Walter Ferrazza, presidente del Parco Adamello Brenta, ex sindaco di Bocenago e per breve tempo anche sottosegretario, anche lui disponibile a valutare una candidatura con il partito di Giorgia Meloni: «Credo sia un errore scambiare la segreteria nazionale del partito come il cda del Parco Adamello Brenta. Mi allarma come certe manovre siano fatte con l’aiuto della tenebra proprio perché sono evidenti incompatibilità con chi sostiene valori e ideali della destra naturale e patriottica». E, verso il suo partito, l’affondo: «Credo sia arrivato il momento di maggiore serietà e coerenza»
il caso
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