Il caso

giovedì 4 Maggio, 2023

Gestione degli orsi, la versione di Rossi: «Io ho agito e cercato soluzioni, da altri politici solo demagogia»

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Dopo un mese di silenzio, in rispetto del dolore, l'ex governatore ha preso la parola sulla questione dei plantigradi: «Io ho fatto quello che potevo, ma sono stato lasciato solo. Fugatti? Poteva fare di più, approccio sbagliato»

Ha rispettato un lungo periodo di silenzio per onorare il lutto che ha colpito la famiglia di Andrea Papi aggredito e ucciso da JJ4, evitando di aggiungersi al coro di chi commentava a caldo su fatti, strategie e soluzioni. Ora parla lui, l’ex governatore Ugo Rossi: «Sono rimasto colpito dolorosamente dalla tragedia avvenuta in Val di Sole, ma sono rimasto colpito anche dai tanti che subito hanno parlato, anche a sproposito, per sentito dire. È arrivato il momento di ripristinare la verità storica rispetto alla questione orso, attraverso una ricostruzione dettagliata di quanto io e l’ex assessore Michele Dallapiccola abbiamo fatto nella scorsa legislatura. In questi giorni ho frugato nei cassetti della memoria, ho riguardato tanti documenti. E non è stato facile — aggiunge — perché mi sono venute in mente anche le minacce, accompagnate anche da un certo scetticismo tra le forze allora all’opposizione ma anche da parte di quelle di maggioranza che avrebbero dovuto sostenere la mia giunta. E da parte della minoranza — ricorda — fu messa in atto una campagna elettorale permanente. Da quella minoranza che oggi governa la Provincia».
Cronologia degli atti di Rossi
L’ex presidente elenca dunque una lunga serie di interventi adottati tra il 2013 e il 2018, quando era lui alla giuda della giunta: «Io sono diventato presidente quando ogni azione sugli orsi la poteva decidere solo e soltanto il ministero. E allora cosa abbiamo fatto? Abbiamo scritto nove lettere ufficiali al ministro, ancor prima del caso Daniza, fin dal 2014. Evidenziando criticità e necessità e richiedendo di poterci occupare noi della gestione e già allora ponendo la questione del contingente massimo di esemplari. Nel 2014». E ancora: «Poi abbiamo chiesto la commissione tecnica con Ispra, ma lo Stato non si è mosso. Poi, e siamo al 2015, scriviamo al ministro per l’adozione dello spray anti-orso». Una lettera accorata, che così recitava: «Signor ministro, ci sono famiglie che limitano la frequentazione dei boschi e dei parchi, attività tradizionali abbandonate come gli asili nel bosco o le colonie estive». Rossi spiega poi di altre lettere nel 2016, e così nel 2017, ancora sulla gestione da rivedere, da delegare al Trentino, di nuovo sullo spray, c’è persino un viaggio a Bruxelles per porre l’attenzione sulla direttiva Habitat che definisce le specie protette e la loro tutela e gestione.
Governo sordo, anche la Lega
«Il viaggio a Bruxelles lo feci con Kompatscher. E cosa ci dissero? Che sono i governi nazionali che devono decidere. Ma tutti i governi, tutti i ministri, di destra e di sinistra, hanno paura dell’opinione pubblica». L’elenco delle iniziative prosegue, arrivando al luglio 2018 quando la giunta Rossi fa approvare la legge che attribuisce alla Provincia di Trento la gestione in autonomia degli orsi: «E chi me l’ha impugnata? La ministra leghista alle Regioni Erika Stefani, ministro dell’Interno era Salvini». E a proposito di quest’ultimo: «Sullo spray anti-orso abbiamo chiesto a tutti i ministri dell’interno di intervenire, perché era sempre lì che si bloccava tutto. E ricordo che c’è stato anche lui, anche Salvini alla guida di quel dicastero».
La legge Rossi-Dallapiccola
Rossi torna a parlare della sua legge, della norma che dà alla giunta la legittimità a intervenire direttamente senza passare da Roma sulla gestione degli orsi. «Approvata tra gli ultimi atti della mia legislatura, dalle opposizioni e in particolare dalla Lega fui accusato di fare campagna elettorale. Peccato che poi, dopo che una ministra della Lega impugnò la legge, la Corte costituzionale diede ragione a noi: al di là dell’urgenza, su vige lo Statuto, anche nell’ordinario la Provincia esercita un legittimo potere, anche in caso di pericolo potenziale».
«Io ho agito, ma lasciato solo»
Prima del 2018, Rossi pur in mancanza della legge che dà potere alla Provincia, ha preso decisioni, anche impopolari: «Anche a noi hanno impugnato le ordinanza. Ma non ci hanno impedito di agire. Nel 2017 ho dato io l’ordine di abbattere KJ2, con tiro libero. Ricorderete le polemiche, le manifestazioni. Sono arrivati plichi di lettere di minaccia in Provincia, e le minacce sono state contro di me, contro mio figlio, contro mia moglie. Non ho avuto scorte ma non ho mai fatto un passo indietro, convinto di aver presi decisioni in nome della sicurezza. E non per punire l’orso cattivo, ma per evitare che manifestasse aggressività un’altra volta».
Se c’è serietà e onestà, io ci sono
«Io mi guardo bene dal collegare la vicenda di Andrea Papi in relazione di causa-effetto rispetto a quello che è stato o non è stato fatto. Non è mio compito», precisa Rossi. Che aggiunge: «Io non accuso nessuno, anzi alla Provincia e a Fugatti deve arrivare tutto il nostro appoggio. E io, anche in qualità di consigliere provinciale senza tessera e senza appartenenze, nell’ultimo pezzo della mia ultima legislatura, io ci sono. Consapevole di aver lanciato l’allarme per tempo, di aver portato qui strumenti enormi per la gestione dell’orso. Ora se si vuole lavorare sul serio, con serietà e onestà intellettuale, io ci sono», ripete.
Fugatti? «Poteva fare di più»
Rossi è dunque disponibile a sostenere le azioni della giunta, ma riflette anche sulle azioni fin qui fatte e dà qualche consiglio. «Alla prima aggressione sul Peller di JJ4 Fugatti è partito subito con la richiesta di abbattimento. Ma non doveva, non aveva precedenti di aggressione quell’orsa. Poi è arrivato il parere per la sterilizzazione, Ispra aveva detto di sì ma non si è fatto nulla». C’erano però state le sentenze del Tar e del Consiglio di Stato. «Che però nell’ultima pronuncia dice una cosa importante, dice di applicare la procedura ordinaria. È proprio il Tar che dice cosa fare, ma non si è fatto. E invece andava fatto, perché ora non si può dire che se si fosse intervenuti sarebbe arrivata una nuova impugnatura. Non c’è la contro prova. Si doveva agire». E aggiunge, come a dire che le possibilità c’erano ma non sono state colte: «Nell’aprile del 2021, per radiocollararla, JJ4 è stata catturata. E poi rilasciata. E poi su quell’esemplare pericoloso non è stata emessa più nessuna ordinanza fino ai tragici fatti».
Per l’ex governatore, quello di Fugatti nei confronti dell’orso è «un approccio sbagliato»: «Ha sempre strumentalizzato il problema, fatto solo demagogia. Anche ora». E spiega: «Dice che la convivenza uomo-orso è impossibile, ma adotta delibere dove c’è scritto il contrario. E vorrebbe ridurre il numero degli esemplari, quando non c’è un atto che ne parli». Rossi interviene anche sulla gestione della comunicazione: «Se mette gli animalisti contro Trentino, le valli e contro i cittadini che non conoscono la montagna, forse si aumenta il consenso, ma non serve a nulla in concreto. E fossi in lui eviterei anche di dare la colpa ai giudici, perché sono stati gli stessi giudici a dirgli cosa doveva fare. Ma non l’ha fatto».