politica

venerdì 5 Maggio, 2023

Simone Marchiori si candida: «E FdI decida cosa vuol fare»

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Il segretario autonomista ribadisce il suo appoggio a Fugatti: «Ora avanti con le forze che gli hanno già dichiarato il sostegno»

Tutto sembra fermo nel centrodestra, uno stallo tra Fugatti e Gerosa per la presidenza che non sembra risolversi. «Noi non siamo fermi — dice però il segretario del Patt Simone Marchiori — dopo il travaglio della scelta dell’accordo con Fugatti, che ha avuto un grande impatto mediatico, ci siamo messi a lavorare».
Su cosa?
«Sul programma. Abbiamo portato avanti un imponente lavoro programmatico, decine e decine di pagine che poi saranno ovviamente riassunte».
Ma il programma sarà uno solo, quello del candidato presidente. Ma quale? Fugatti o Gerosa?
«Noi l’accordo lo abbiamo fatto con Fugatti, è lui il nostro candidato. Diversamente, salta tutto. Ma mi rusilta che non sia solo il nostro candidato, ci sono altre nove forze politiche che lo sostengono».
Ma non Fratelli d’Italia.
«Credo però sia giunto il tempo di impegnarsi con chi ci sta su questo percorso, sulla strada che ci porta fino alle prossime elezioni provinciali. Quelli che il loro candidato ce l’hanno, come noi, devono andare avanti».
Ma il centrodestra, per definizione, comprende Fratelli d’Italia. Deve risolversi questa frattura, ma come?
«La questione non è indipendente da quella del candidato presidente. Io non ho né l’interesse né la pretesa di entrare nelle discussioni in casa d’altri, ma prendo atto che all’interno di Fratelli d’Italia c’è una forte dialettica e forse farebbero bene a chiarirsi le idee. E poi decidere cosa fare».
Sembra un ultimatum.
«A livello nazionale i tre partiti sono uniti, bisogna capire qui cosa succede. Certo è che l’unità si fa sui temi e sui progetti, e in questo caso anche sul candidato presidente. Vedo però che c’è chi non perde occasione per attaccare Fugatti, allontanando la possibilità dell’unità».
Fratelli d’Italia però insiste: deciderà Roma chi sarà il leader della coalizione.
«No, in Trentino decidono i trentini. E non lo pretendiamo solo noi, ma anche la Lega. E, ripeto, per noi la decisione è già presa: nove forze sono per Fugatti, una sola è per Gerosa. Non si tratta di un’imposizione, questa è democrazia».
Resta il fatto che niente si muove, tutto è fermo.
«Devono chiarirsi, ma noi dobbiamo andare avanti. Poi devono dire se il problema è personale contro Fugatti o se la questione è inerente al peso elettorale, in forza del quale vogliono indicare loro il candidato presidente».
E se fosse così, per via del peso elettorale? Fratelli d’Italia è il primo partito.
«Le elezioni saranno ad ottobre, il peso elettorale sarà misurato lì».
Segretario, cosa pensa della «campagna acquisti» di Fratelli d’Italia? C’è pure Daldoss tra i possibili candidati in lista.
«Ho visto anche dei sindaci, che dicono come noi che si deve andare con Fugatti alle elezioni. E c’è Daldoss, ho visto, e ricordo che era Valduga il suo compagno di viaggio nel 2018. Era dall’altra parte».
Anche il Patt era dall’altra parte.
«No, era da solo. E il Patt ha sempre fatto accordi tecnico-programmatici con il centrosinistra, non è mai entrato in coalizione. Daldoss invece entra in un partito, tutto legittimo, ci mancherebbe, ma fossi in Valduga mi farei qualche domanda».
Cioè?
«Beh, non mi sembra che Daldoss sia il primo civico che sceglie il centrodestra. Valduga andava a braccetto con lui e con Mattia Gottardi, ora tutti dall’altra parte. fossi in lui cercherei di capire dove ha sbagliato, per lo meno ammetterei che il civismo non è solo da una parte, i valori che lo muovono non sono per forza di centrosinistra».
L’accordo tra Patt, Autonomisti popolari di Kaswalder e Progetto Trentino a che punto è? Correrete assieme?
«Stiamo portando avanti un ragionamento affinché chi ha una certa visione del Trentino, popolare e autonomista, possa riconoscersi sotto le stelle alpine. Ma non è un cartello elettorale, va in porto se diventa un progetto che traguarda le elezioni, che va oltre la legislatura».
Il vicepresidente Mario Tonina, eletto nel 2018 con Pt, sarà tra i vostri candidati?
«Ora si parla della possibilità di un percorso comune, delle candidature si ragiona dopo».
E lei, sarà candidato alle prossime provinciali?
«Me l’hanno chiesto anche nel partito. Non è scontato, ma credo che chi si è preso delle responsabilità politiche in questa fase debba metterci la faccia. Altrimenti come potrei chiedere agli altri di mettercela?».
Si riferisce alla responsabilità politica di aver portato il Patt a destra. E a proposito, l’accordo con Fugatti è solo sul programma o anche sui posti in giunta da garantire al Patt?
«Se qualcuno pensa che abbiamo fatto questa scelta per le careghe è davvero fuori strada».