Il lutto
domenica 7 Maggio, 2023
di Leonardo Omezzolli
Vulcanica, intraprendente, con un sorriso contagioso e con un’energia straripante che riusciva a coinvolgere chi le stava intorno. Julieth Onyedikachi Awurumibe si è dovuta arrendere a soli 22 anni a quella malattia che l’ha indebolita e tolta all’amore dei propri cari, della mamma Magdalena, del papà Benedict medico conosciuto nell’Alto Garda e all’Ospedale Santa Chiara di Trento, dei fratelli Anneth, Chinaka e della nonna Anna Ahunna. Si era iscritta all’università di Padova in Statistica e fino all’ultimo non aveva rinunciato a studiare e a sostenere esami, nonostante le difficoltà e i limiti imposti dalla sua malattia. «Julieth – racconta una delle sue insegnanti del Liceo Maffei di Riva dove aveva studiato allo scientifico, Claudia Carloni – è stata capace di vivere quei cinque anni andando oltre il semplice obbligo di presentarsi a lezione. Lei si è gettatata a pieno in tutte quelle attività che la scuola metteva a sua disposizione, con energia ed entusiasmo. Ha partecipato al progetto Radici – continua Carloni – dando prova della profonda ricchezza che in lei risiedeva». Trentina di nascita le sue origini parlano nigeriano e da quelle ha saputo trarre insegnamenti profondi che l’hanno resa una ragazza e donna estroversa socievole e sociale sempre pronta a imparare e a mettersi in gioco. Ha fatto parte del Parlamento Europeo dei Giovani, per anni è stata rappresentante di classe, scelta e votata dai suoi compagni. Nelle assemblee di istituto era promotrice di appuntamenti e approfondimenti di spessore e non disdegnava lo sport così come la politica. «Una ricchezza umana – continua l’insegnante – che stringe il cuore aver perso». E questo profondo e intenso velo di tristezza è sceso su tutto quello che le sue mani hanno toccato e che la sua persona ha vissuto. I funerali si terranno nella chiesa Collegiata di Arco domani (lunedì 8 maggio) alle 15.00 e sono annunciate delle piccole iniziative per ricordare la sua persona e per ringraziare Julieth di tutti gli insegnamenti che, pur giovanissima, è riuscita a seminare nelle persone che le hanno voluto bene. I suoi amici e compagni si sono riuniti e hanno voluto unire i propri pensieri in un flusso comune di ricordo: «Ricordiamo Julieth – scrivono tutti insieme amici, ex compagni di classe, amici di una vita – come una persona sempre solare e positiva, pronta a supportare gli amici nel momento del bisogno. Julieth non si è mai tirata indietro quando qualcuno aveva bisogno di una mano, aiutando sempre a vedere il lato positivo delle cose e mostrando che tutto si può risolvere». Un’idea, questa che ha sempre ribadito a tutti, più e più volte dimostrando che quello che inizialmente poteva sembrare insormontabile con pazienza e riflessione poteva essere superato. «Non ha mai avuto paura di esprimere la propria opinione e di esporsi e battersi per le cose in cui credeva – continuano gli amici nel loro commosso ricordo -, sempre aperta al dialogo e alla discussione senza mai risultare arrogante. È sempre stata molto curiosa non solo per gli argomenti scolastici, ma anche per tutto ciò che la circondava: una conversazione con lei era sempre stimolante e riguardava gli argomenti più disparati. Se voleva fare qualcosa, la faceva: non si è mai fatta scoraggiare dal giudizio degli altri e ha sempre dimostrato una grande maturità. Questo era talmente contagioso che, quando qualcuno di noi diceva di volersi tirare indietro per paura o imbarazzo, lei era sempre pronta a incoraggiarci e se necessario a costringerci a prendere l’iniziativa. Grazie a lei e a questo suo modo di fare, abbiamo colto tante occasioni che altrimenti sarebbero state sprecate. Ricorderemo sempre con un sorriso la sua mano alzata in classe, sempre pronta a intervenire e a salvarci dai silenzi imbarazzanti. Ha sicuramente lasciato una traccia in tutti noi e in generale in tutte le persone che hanno avuto la fortuna di conoscerla».
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