cronaca

martedì 9 Maggio, 2023

Gli animalisti: «Jj4 non ha ucciso Andrea» La famiglia: «Fantasie»

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La sorella polemizza anche sul luogo della cattura dell'orsa: « È stata trovata nei boschi fra Caldes e Cavizzana, non in Val Meledrio»

Per Leal, Lega antivivisezionista, non è l’orsa Jj4 la responsabile della morte di Andrea Papi, il ragazzo di 26 anni aggredito il 5 aprile nei boschi vicino casa, a Caldes. L’associazione animalista, che aveva già fatto ricorso al Tar contro le ordinanze di abbattimento dell’orsa firmate dal governatore Maurizio Fugatti, fornisce una sua (improbabile) versione. Basata su due perizie veterinarie forensi affidate a suoi consulenti che scagionano appunto l’esemplare nel frattempo catturato e detenuto al Casteller. Perizie che stabiliscono che ad uccidere il giovane sarebbe stato invece «un orso maschio adulto» (questo in base alla distanza dei canini) e che non lo avrebbe fatto per predare l’uomo. «Sono state rilevate lesioni identificabili come da penetrazione di coppia di canini caratterizzate da una distanza tipica dei canini di un orso maschio adulto» sostiene Leal. «Le femmine di orso presentano misure inferiori rispetto ai maschi sia come massa corporea sia come misure dentali» spiega l’associazione animalista che su un unico aspetto concorda con il dottor Barbareschi (uno degli esperti nominati dalla Procura per effettuare l’autopsia su Papi), sul fatto cioè che «le ferite riscontrate non sono riconducibili a una attività predatoria». L’aggressione da parte del plantigrado non sarebbe classificabile né come «azione lesiva né come un attacco deliberato né come predazione». Per il resto Leal arriva addirittura a smentire gli esiti delle analisi genetiche effettuate sui reperti individuati sul corpo del giovane: le tracce attribuite a Jj4 in base al dna, alla risposta quindi della scienza. Leal tira dritto e chiede «la liberazione immediata dell’orsa e le dimissioni di Fugatti». Il presidente dell’associazione, Gian Marco Prampolini, dichiara: «Con il deposito al Tar delle perizie forensi ci batteremo ancora con più forza in tutte le sedi opportune affinché le illegittime ordinanze di abbattimento non possano mietere vittime innocenti». Dalla Provincia di Trento nessun commento, ma trapela comunque la convinzione che rimane fermo il caposaldo attorno al quale sono maturati i provvedimenti adottati per la pubblica sicurezza. Ossia gli esiti delle analisi genetiche eseguite da organi terzi che hanno permesso di identificare con certezza scientifica l’animale responsabile dell’aggressione. Analisi condotte sulle tracce isolate sul corpo di Andrea Papi, all’interno di un quadro valutato dallo stesso Ispra.
I parenti: «Basta provocazioni»
I genitori e la sorella di Andrea Papi, assieme alla fidanzata Alessia, letta «con stupore» la nota di Leal, di fronte ad affermazioni che «mettono in dubbio gli esiti comunicati dalla Procura», prendono «le distanze da ricostruzioni che allo stato, secondo gli atti ufficiali, non trovano oggettivi riscontri», e si augurano al contempo che gli esiti della perizia, una volta depositati, «possano mettere un punto alla dolorosa vicenda». Attraverso gli avvocati Maura Cravotto e Marcello Paiar, i parenti ribadiscono «nulla ci ridarà Andrea» e al contempo precisano: «Non intendiamo accettare ulteriori provocazioni». La fiducia sulla magistratura è massima: «La Procura ha disposto un incidente probatorio i cui esiti non sono ancora noti, se non per alcuni aspetti già evidenziati con un comunicato stampa dal Procuratore e che vanno nella direzione opposta rispetto alle sensazioni dei consulenti di parte della Leal» hanno fatto sapere ancora attraverso i loro legali. Familiari e fidanzata di Andrea Papi «chiedono rispetto e comprensione, ma nonostante gli attestati di apparente solidarietà, ricevono continue critiche e provocazioni inaccettabili». Dopo «aver sopportato ricostruzioni fantasiose e francamente incredibili ora – continuano gli avvocati – devono sopportare un’ulteriore ipotesi ricostruttiva».