L'intervista
martedì 16 Maggio, 2023
di Tommaso Di Giannantonio
Éric Piolle, sindaco di Grenoble, la sua città è stata eletta «Capitale verde europea» 2022 per il suo impegno a tutto tondo nella sostenibilità. Negli scorsi mesi, la città di Trento ha affrontato la discussione sul Piano urbano della mobilità sostenibile. Cosa ha introdotto Grenoble per incoraggiare la mobilità dolce, cioè per favorire gli spostamenti in bicicletta e a piedi? In questo senso, è sufficiente costruire piste ciclabili?
«La città di Grenoble ha investito molto nello sviluppo di infrastrutture sicure per la mobilità in bicicletta e in scooter. La rete ciclabile della città, con oltre 450 chilometri di percorsi, è una delle più estese di Francia. Inoltre, esistono oltre 30.000 posti che consentono di parcheggiare le biciclette in tutta sicurezza, utilizzando le rastrelliere. A questo abbiamo affiancato servizi di noleggio di bici, bici elettriche, o scooter elettrici».
Trento sta sperimentando l’introduzione delle zone a 30 all’ora. Anche per voi ha rappresentato un passaggio importante. Ci spiega come?
«Dopo aver sperimentato la pedonalizzazione temporanea, dalla primavera del 2021, la città ha avviato la pedonalizzazione di parte dei quartieri Sainte-Claire, Notre-Dame e Antiquaires. I marciapiedi del centro città sono stati allargati, favorendo così gli spostamenti a piedi e abbassando il limite di velocità in città a 30 chilometri orari. In estate, anche altre zone della città sono state pedonalizzate dalle 11 a mezzanotte e concerti e spettacoli sostituiscono le auto sulle strade. Abbiamo visto che in questo modo si migliora l’ambiente di vita, favorendo anche l’attrattività dei negozi e facilitando la circolazione dei pedoni. I vari quartieri di Grenoble sono serviti dai trasporti pubblici con servizi regolari di autobus e tram».
Quale alimentazione avete scelto per il trasporto pubblico?
«Tutti i tram della zona funzionano a elettricità e sempre più autobus e pullman sono alimentati a biogas (ricavato dal trattamento delle acque reflue, ndr). Nel 2021, più di 150 autobus funzionavano a gas naturale. Dal 2020, alla flotta sono stati aggiunti anche veicoli elettrici».
Quali obiettivi avete fissato per ridurre le emissioni di gas climalteranti?
«Il 2022 è stato un trampolino di lancio per Grenoble: il titolo di Capitale d’Europa 2022 ha premiato gli sforzi compiuti in molti anni per attuare le transizioni ecologiche necessarie. Tra il 2005, anno del primo piano climatico del territorio (e della Francia), e il 2016, le emissioni di gas serra sono diminuite del 25%. Inoltre, tra il 2005 e il 2021, il consumo energetico degli edifici pubblici è stato ridotto del 40%. Questi risultati sono il frutto delle politiche ambiziose. L’anno passato ci ha anche permesso di mobilitare più di 600 attori pubblici e privati della regione attorno alla stessa dinamica: la lotta al cambiamento climatico. Da oggi Grenoble guarda al 2030, 2040 e 2050. I bambini di oggi saranno i giovani adulti del 2040 e, in conformità con l’Accordo di Parigi (Cop21), dovranno essere neutrali dal punto di vista delle emissioni di carbonio entro il 2050. Grenoble è quindi in anticipo di 10 anni e punta al 2040 per avvicinarsi alla neutralità del carbonio».
In termini di consumo energetico, la città ha un sistema di autosufficienza energetica? Quali fonti utilizza?
«Dal 2023 la città copre l’intero fabbisogno elettrico delle famiglie di Grenoble con elettricità da fonte rinnovabile. Grazie a un piano di investimenti di 125 milioni di euro da parte di Gaz Électricité de Grenoble, l’azienda energetica locale, abbiamo raggiunto il 100% di energia verde, lo 0% di nucleare e lo 0% di combustibili fossili per la nostra elettricità. Questa impresa è resa possibile dalla produzione del parco eolico, degli impianti idroelettrici e fotovoltaici. A Grenoble, incoraggiamo la produzione locale di energia rinnovabile mettendo a disposizione i tetti degli edifici comunali per l’installazione di collettori fotovoltaici: 7 impianti fotovoltaici cittadini sono stati installati da «Energ’Y citoyennes» nella città di Grenoble, 3 scuole della città sono state dotate di impianti fotovoltaici e un centro sportivo».
In quale piano di smaltimento e recupero rifiuti è coinvolta la città di Grenoble?
«Abbiamo un’ambiziosa politica di riduzione dei rifiuti entro il 2030: puntiamo a dimezzare i rifiuti domestici, a ridurre del 20% il peso di tutti i rifiuti raccolti e a riciclarne due terzi. Per raggiungere questo obiettivo, la metropoli di Grenoble ha creato compostiere, ha creato centri di riciclaggio, ha modernizzato i centri di raccolta dei rifiuti, ha creato un centro di metanizzazione, ha ampliato e modernizzato il centro di smistamento, ha ricostruito l’impianto di incenerimento, ha aumentato il numero di punti di smistamento e ha realizzato importanti campagne di sensibilizzazione per la riduzione dei rifiuti, il riciclaggio e la lotta contro gli sprechi alimentari».
In termini di efficienza energetica, avete un piano per gli edifici pubblici e privati?
«Innanzitutto, Grenoble sta intervenendo sui propri edifici comunali: tra il 2005 e il 2021, il consumo energetico della città, che è in parte costituito dal consumo degli edifici pubblici, è diminuito del 40%. Questo dato è stato reso possibile dall’attuazione di azioni e investimenti ambiziosi, come l’installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti degli edifici pubblici. Inoltre, la città sostiene progetti edilizi dimostrativi e ad alta efficienza energetica. Ad esempio l’ABC (Autonomous Bulding for Citizens), con 62 alloggi, 20 dei quali riservati all’edilizia sociale, primo edificio in Francia autosufficiente dal punto di vista energetico e idrico. Tra le altre cose, punta a ridurre di tre volte il consumo di acqua. Poi c’è l’edificio Haut Bois, il primo di edilizia sociale passivo dal punto di vista energetico».
In tutte le azioni intraprese, avete pensato a misure per le fasce più deboli?
«Certamente. Le situazioni socialmente più fragili sono le più esposte alla crisi climatica. Il nostro Centre Communal d’Action Sociale (Ccas) porta avanti un programma di lotta alla povertà energetica, sostenendo le famiglie nei loro sforzi per controllare il consumo e ridurre le bollette. Agiamo anche nelle stagioni più calde: con un piano per gestire ondate di calore, o con la distribuzione di biglietti gratuiti per la piscina comunale. Sicuramente Grenoble andrà ad aumentare le misure a sostegno dei più esposti. Ad esempio, la città sta lavorando rendere accessibile e balneabile il lago nel parco Jean Verlhac, situato nel quartiere di La Villeneuve».
Come valuta l’accettazione da parte della popolazione dei cambiamenti introdotti?
«Oggi la crisi climatica sta influenzando la vita quotidiana delle persone che vivono in Francia. A Grenoble, come in Francia, quest’estate abbiamo sperimentato una siccità senza precedenti e un violento incendio a Voreppe, alle porte di Grenoble. I cittadini ci chiedono di agire, perché il cambiamento climatico sta diventando sempre più grave».
Cosa pensa che implichi il concetto di giustizia climatica?
«Oggi sappiamo che le disuguaglianze rafforzano la crisi climatica e che al contrario, come ha dimostrato l’ultimo rapporto dell’Ipcc, la crisi climatica aumenta le disuguaglianze. Sono le persone più ricche a emettere più gas serra e sono le persone più precarie a subire maggiormente gli effetti del cambiamento climatico. Dobbiamo quindi combattere contemporaneamente le disuguaglianze e la crisi climatica».
Grenoble ha intrapreso da diversi anni la strada della mitigazione dell’impatto ambientale: cosa suggerisce a una città alpina come Trento?
«Come abbiamo detto, nelle Alpi i cambiamenti climatici sono due volte più rapidi che altrove. A Grenoble, come a Trento, dobbiamo agire con una velocità doppia e con un impegno doppio, impegnandoci in politiche di transizione ambiziose».
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