sabato 20 Maggio, 2023

Centri estivi per bimbi disabili Retta di duemila euro al mese

di

Le famiglie si trovano a dover pagare più del doppio (450 a settimana). La coop: «Per ciascun minore c’è un operatore dedicato, viene coperto solo il costo dell’educatore, nessun guadagno per noi»

Centri estivi per disabili non alla portata di tutti i portafogli. A segnalarlo alcune famiglie: mamma e papà che vorrebbero che i loro figli speciali potessero proseguire, anche nei mesi estivi, il progetto formativo con un educatore, stando al contempo con i propri compagni e partecipando a varie attività. Ma capita anche che le famiglie non se lo possano permettere. La testimonianza pervenuta in redazione è quella di una mamma, di cui manterremo l’anonimato per ovvie ragioni. «Ho letto la proposta di un centro estivo proposto da una cooperativa che, come risulta anche online, prevede quote più che raddoppiate per i bambini e ragazzi con disabilità: 450 euro a settimana per la giornata intera rispetto alla tariffa “standard” di 180 euro. Lo trovo un costo assurdo e spropositato — commenta la mamma del ragazzino che lavora a sua volta nell’ambito educativo — Considero paradossale anche la scelta comunicativa in cui si evidenzia la diversificazione per i minori disabili. E il Comune di Pergine Valsugana avvalla tutto questo: ha dato il patrocinio».

La donna non nasconde il suo stato d’animo, condiviso con quello di altri genitori e colleghi con cui si è confrontata. Situazioni simili sono già state denunciate anche in altre parti d’Italia. «Sono basita. Avevo già iscritto mio figlio ad altri centri estivi ma ho sempre trovato le stesse tariffe per tutti i bimbi. Di fronte a questa diversificazione sono sbiancata. Così, con costi più che raddoppiati, con la prospettiva di duemila euro da sborsare al mese, le famiglie vengono disincentivate, per quanto abbiano la possibilità di usufruire dei buoni di servizio, che coprono una parte della retta di frequenza. Che fare quindi? I nostri bambini hanno bisogno di socializzare altrimenti rischiano di regredire». Per la mamma «se c’è una disabilità certificata non esiste che la famiglia si accolli i costi di un servizio che spetta: insegnanti ed educatori dovrebbero essere pagati dalla Provincia come a scuola».

Per capirne di più abbiamo interpellato la realtà che organizza i centri estivi in questione e cioè la cooperativa sociale sportiva dilettantistica Arca di Noè onlus operante a Trento, che ha così giustificato la diversificazione dei costi e spiegato come opera con i bambini e ragazzi che hanno bisogno di maggiore attenzioni. «Per i piccoli con disabilità il rapporto è uno a uno: un operatore dedicato per ciascuno di loro, nell’ambito di uno specifico progetto educativo — spiega la presidente Debora Lazzeri — Con quelle cifre copriamo il solo costo dell’operatore, e si tratta di personale selezionato, insegnanti ed educatori qualificati per disabilità gravi. Da parte nostra non c’è guadagno, nessun lucro, ma è un servizio che teniamo a dare. La nostra è una realtà apprezzata: gestiamo un centinaio di disabili». Il referente dell’area educativa della coop, Filippo, fa parlare i numeri: «Le iscrizioni di bambini e ragazzi con disabilità sono raddoppiate rispetto al 2022: passate da 8 a 16 a settimana come minimo, fino a 19: il 40% circa degli iscritti totali — fa sapere — Alcune famiglie usufruiscono della prestazione 11 erogata dall’azienda sanitaria (per affetti da autismo, paralisi cerebrale infantile, malattie rare e sindrome di down ndr). Noi comunque siamo sempre andati incontro alle famiglie in difficoltà».