Valli

domenica 21 Maggio, 2023

Mostizzolo, il sociologo Tosini: “Una situazione diversa e complessa”

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Il professore: "Caso che va oltre il suicidio per il coinvolgimento del bimbo"

“Un evento del genere risponde a dinamiche diverse da quelle di un suicidio, ed è tremendamente delicato”. Il professor Domenico Tosini, sociologo dell’Università di Trento, solo la scorsa settimana aveva promosso insieme ad alcuni colleghi un ciclo di incontri dedicati alla prevenzione dei suicidi, “Continua a vivere”, che contiene anche un progetto specifico per la Val di Sole, “Restiamo insieme”. Secondo Tosini, la terribile tragedia del ponte di Mostizzolo, che ha visto una madre della provincia di Trento lanciarsi nel vuoto portando con sé il figlio di 4 anni, ha solo due cose in comune con un suicidio: la più profonda sofferenza vissuta dalla vittima e dalla comunità, e il fatto che simili eventi possono essere evitati.

Cosa può portare a un gesto simile?
“Io preferirei non esprimermi, perché ogni caso è diverso e non si hanno gli elementi per valutare. Ad ogni modo, una tragedia come quella di Cles potrebbe essere ascritta a un caso di figlicidio-suicidio, perché la madre ha preso senz’altro una decisione univoca anche per il figlio. Quindi è molto diverso, anche se ci sono elementi comuni.”

Quali sono?
“Sicuramente la condizione di sofferenza atroce vissuta dalla donna, la sensazione di non avere scelta. Ogni situazione è a sé stante. Ci possono però essere delle problematiche legate alla condizione famigliare, magari di conflitto, oppure problemi economici. E anche una condizione di grave disagio psicologico. Il risultato è un gesto che provoca un enorme dolore, anche nella comunità, che non va incolpata.”

Come può una comunità proteggere i suoi stessi abitanti? Ci sono segnali da cogliere?
“Anche qui, non dobbiamo puntare il dito. Ci sono eventi che accadono come un fulmine a ciel sereno, e altri invece che hanno campanelli d’allarme. Dietro questi gesti ci sono fattori di rischio che possono essere intercettati per tempo. Certo è che vanno promosse iniziative di sensibilizzazione nei confronti della popolazione, che può essere valido aiuto ai servizi istituzionali come i servizi sociali. Oggi però è solo il giorno del dolore”.


Ricordiamo a tutti i lettori che esistono gli strumenti per agire in tempo. Si può sempre chiamare il 112 per le situazioni di emergenza.
Ci sono poi numeri dedicati come il 114 che funziona sia dal telefono che dalle chat di Whatsapp (c’è anche il sito www.114.it).
Infine, la linea del Telefono Amico di Trento è sempre aperta in caso di solitudine e disagio: si può contattare chiamando il numero 02 23272327 ( (anche tramite il sito www.telefonoamico.it) e il progetto Invito alla Vita si può contattare con il numero verde 800 061 650.